Ma perché?: 159 | Ma perché la Corte si è espressa sulla fecondazione assistita?

Radio Deejay Radio Deejay 8/1/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript

La legge 40 del 2004 è la legge che ha permesso a migliaia di coppie nel nostro paese di

poter avere accesso alla cosiddetta fecondazione assistita. Cosa è esattamente la fecondazione

assistita? Bè, sostanzialmente è la pratica che permette ad una coppia diciamo in condizione

di infertilità di poter comunque concepire un figlio. Come, dunque, lo spermatozo e

l'ovocita vengono fatti incontrare se vogliamo in laboratorio e da questo incontro nasce,

chiaramente se nasce, un embryone che viene poi trasferito o direttamente nell'utero della donna

per dare appunto a bio alla gravidanza oppure congelato e impiantato in questo caso nell'utero

in un secondo momento. Come, ovvio che sia, per poter avere accesso a questa pratica serve

il consenso di entrambe le persone coinvolte. La legge 40, di cui parlavo prima, impone un

tipo particolare di divieto, quello delle parti, ma nella pratica dell'uomo, di non poter rebocare

il proprio consenso in un secondo momento, e cioè quando l'ovolo è stato fecondato. Il

tribunale di Roma ha sollevato però una questione di legittimità costituzionale proprio

in riferimento a questo divieto. La notizia è di settimana scorsa. La Corte ha risposto che sì,

il divieto dell'uomo di revocare il proprio consenso è legittimo. Ma perché? Io sono Marco

Maisano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire dalle basi per rispondere

alla domanda più semplice del mondo. Ma perché? Dunque, credo che per capire la

questione sia necessario scendere nel pratico, partendo quindi da ciò che poi è realmente

successo. Una coppia, e non potendo appunto avere figli, ha deciso di provare con la fecondazione

assistita. La tecnica funziona, l'ovolo viene fecondato, ma la donna, a causa di problemi di

salute, decide di congelare l'embrione e di procedere quindi all'inserimento dello stesso

nell'utero in un secondo momento. Nel frattempo però la coppia si separa, ma lei decide comunque

di procedere con la gravidanza, ma lui nega il consenso e cioè dice io e te non stiamo più

insieme e tu non puoi sostanzialmente obbligarmi a diventare padre. Si va in tribunale. La legge 40

del 2004, quella che citavo prima, prevede che l'uomo di fatto non possa tirarsi indietro dal

consenso che aveva precedentemente dato. Il tribunale però solleva una questione di

legittimità costituzionale, cioè cosa vuol dire? Che quel divieto di tirarsi indietro in un secondo

momento è sostanzialmente anticostituzionale. La corte però da ragione alla donna, quel divieto

è legittimo. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi, Emma rilisa d'amico, costituzionalista

e frorettrice alla statale di Milano. Questa è la risposta che mi ha mandato. Nella sentenza 161

del 2023, la corte costituzionale ha stabilito che l'uomo non può evocare il suo consenso dopo

la fecondazione di un ovulo nell'ambito della procreazione medicalmente assistita. Si tratta

di una affermazione veramente molto forte di principio da parte della corte costituzionale che

sulla base di una valutazione degli elementi in conflitto ha sostanzialmente deciso che una

volta che la donna ha dato il proprio consenso alla fecondazione assistita anche per la gravità e

per la pesantezza del trattamento sulla stessa salute fisica e psichica della donna e ha la

luce anche dei diritti dell'embrione, non sia possibile poi per l'uomo anche se intervengono

successivamente delle vicende come nel caso in esame e la separazione della coppia, non sia

possibile a questo punto evocare il proprio consenso, quindi l'uomo sarebbe costretto alla

luce di questa decisione a subire in questo caso effettivamente una paternità che non vuole. Ora,

a me sembra che la decisione presenti molti profili di problematicità, molti profili di

problematicità perché a Mutatis Mutandis la stessa decisione potrebbe essere poi presa lo stesso

principio posetto, potrebbe essere fatto valere anche nei confronti della donna che non ci sia più

una libertà di autodeterminazione nell'ambito di una procedura di fecondazione medicalmente

assistita, una possibilità di autodeterminazione dopo che si sia prestato il consenso a iniziare

la procedura e quindi diciamo che poi il consenso diventi un consenso praticamente la cui attualità

non debba più essere messa in discussione, tra l'altro questo principio si pone in netto contrasto,

con quanto la Corte Costituzionale e gli stessi principi generali ci stanno diciamo portando

in materia delle scelte di fine vita. Nelle scelte di fine vita noi sappiamo che il consenso dato

per esempio un testamento e alle ultime volontà del malato è una volta depositato, l'attualità

di questo consenso debba essere ogni volta praticamente verificata dal medico, invece in

questo caso c'è nel caso appunto nell'ambito dell'inizio della vita ci sarebbe un principio

opposto, un principio opposto che in questo caso vale per l'uomo ma a mio avviso lo stesso

principio potrebbe essere fatto valere un domani anche nei confronti della donna quindi noi vediamo

che in sostanza esce dalla porta per ritornare dalla finestra quel principio dei diritti dell'embrione

contro tutto e tutti che era il principio di base della legge 40 del 2004 e che la Corte

Costituzionale nelle proprie decisioni aveva piano piano smantellato praticamente del costruendo

una sorta di bilanciamento migliore più consono dei principi costituzionali in gioco da parte del

legislatore quindi a mio avviso si tratta di una decisione molto molto problematica anche

alla luce della giurisputenza precedente della Corte Costituzionale che io stessa poi avevo in

qualche modo contribuito come avvocato a formare grazie alla professoressa marilisa d'amico

dunque la questione è davvero delicata perché da un lato si dice una cosa sacrosanta e cioè

la donna e la parte che viene maggiormente coinvolta in questa pratica la tecnica della

fecondazione assistita è senza troppo invasiva per la donna piuttosto che per l'uomo e su questo

non ci piove ma la sentenza parla anche di diritto dell'embrione ecco su quello probabilmente ci

sarebbe da discutere un pochino di più dato che la sentenza parla di vita in divenire o in potenza

ma diventa veramente difficile essere d'accordo perché in fondo quell'embrione è dentro una

provetta è sicuramente la vita in potenza ma come dire bisogna sfruttare al meglio la nostra

immaginazione perché intanto che quell'embrione non viene inserito nell'utero con la vita diciamo

ancora a poco a che fare dopo di che le sensibilità sono tante ma quello che possiamo sicuramente dire

è che una storia simile raccaduta in inghilterra in quell'occasione invece era stata data ragione

al padre sicuramente questa storia continuerà a far parlare di sé perché appunto è un tema molto

delicato che come avete sentito insomma tocca corde della sensibilità umana e quindi non è

semplice trovare la verità e probabilmente quella neanche esiste io vi ringrazio per essere

rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a domani ciao ma perché è un podcast

scritto da me marco maisano riprese e montaggio giulio rondolotti musiche originali mattheo

cassi supervisione tecnica gabriele rosi responsabile di produzione denny stucchi una

produzione one podcast stati uniti anni 50 siamo in piena guerra fredda il governo americano è

disposto a tutto per dibattere il nemico dagli esperimenti con il porridge radio attivo alle

iniezioni di plutonio sui soldati fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile

operazione mit night climax il bordello psichedelico della cia lo puoi ascoltare sull'app di one

podcast e su tutte le principali piattaforme una produzione dream and dream per one podcast

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

La legge 40/2004 ha permesso a migliaia di coppie nel nostro paese di poter avere accesso alla fecondazione assistita. La legge, tuttavia, impone un tipo particolare di divieto: quello delle parti, ma nella pratica dell’uomo, di non poter revocare il proprio consenso in un secondo momento e cioè quando l’ovulo è stato fecondato. Il tribunale di Roma ha sollevato però una questione di legittimità costituzionale proprio in riferimento a questo divieto. E la corte ha risposto che sì: il divieto dell’uomo di revocare il proprio consenso è legittimo. Ma perché?

See omnystudio.com/listener for privacy information.