Ma perché?: 158 | Ma perché l'accordo sul grano è importante?

Radio Deejay Radio Deejay 7/31/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

La guerra in Ucraina, cominciata con l'invasione russa, il 24 febbraio dell'anno scorso, sta

vivendo un momento di stallo.

Lo vediamo, no?

Il fronte a est, che peraltro è l'unico rimasto, è perso che fermo.

La controffensiva di Kiev, cominciata da quasi due mesi, non ha ancora raggiunte sui

reali obiettivi.

Nessuno, per carità, si aspettava la presa in così poco tempo di città come Mariupol

o Melitopol, però, ecco insomma, diciamocelo, le aspettative dell'Occidente, e a dirla

tutta anche dell'Ucraina, erano probabilmente altre.

Ora, va detto che, ancora, Kiev non ha schierato la maggior parte dei suoi uomini e dei suoi

mezzi, e soprattutto va detto che le manovre vere di spondamento non sono ancora cominciate.

Ma un po' di preoccupazione c'è.

E ad alimentarla negli ultimi giorni è stata la tensione, no, che si è diffusa tra le

cancellerie europee, dopo che la Russia ha dato la notizia di non voler più confermare

il famoso accordo sul grano, quello siglato l'anno scorso, e che permetteva all'Ucraina

di esportare il grano, appunto, ai paesi africani e non solo.

In ballo c'è tanto, anzi, tantissimo.

La Black Sea Grain Initiative è letteralmente di vitale importanza.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, assia macchine sapi di me, provo a ripartire dalle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

La Black Sea Grain Initiative è l'accordo siglato a Istanbul il 22 luglio dell'anno

scorso.

L'accordo, appunto, prevedeva che le navi ucraine e cariche di grano potessero attraversare

in sicurezza il mar nero in direzione di Istanbul, importante ab, appunto, per la distribuzione

di questo bene alimentare.

In quell'accordo c'era chiaramente anche la Russia, la sicurezza è infatti a lei a

doverla garantire, la quale, appunto, si impegnava a non attaccare le navi di passaggio.

Per quell'accordo l'anno scorso si sono impegnati molti i capi di Stato e di Governo e in quel

contesto, va detto, il presidente Turco, tra l'altro da poco rieletto, Erdogan, ha sicuramente

fatto la differenza.

A un anno da quell'accordo, però, la Russia non intende proseguire sulla stessa strada

e il che mette tutti in allarme.

La Black Sea Grain Initiative, infatti, è letteralmente di vitale importanza.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Greta Cristini, analista geopolitica, collaboratrice

di Limes e reporter di guerra dall'Ucraina.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

L'accordo è diventato difficile perché sulla questione del grano Mosca non si fida più

delle promesse occidentali.

In realtà è da tempo che la Russia si lamenta degli squilibri nell'attuazione di questa

intesa.

In particolar modo si lamenta del continuo istruzionismo da parte occidentale, delle

esportazioni russe di fertilizzanti e i prodotticeri alicoli russi, come ad esempio la possibilità

per le navi russe di attraccare nei porti internazionali.

Ma soprattutto la parte dell'intesa che non sarebbe stata attuala secondo Mosca, riguarda

la riconnessione di una banca russa, la banca gricoa, la controllata da Kremlin, la rosse

e Coats Bank, al sistema internazionale di messagistica bancaria Zwift.

Questa è una richiesta fondamentale di Mosca adesso perché la Russia si trova in difficoltà

sul fronte domestico.

L'inflazione è galoppante, il rublo è sotto pressione, tanto che per la prima volta da

oltre un anno il ventuloglio scorso la banca centrale russa dovuto aumentare il tasso

di interesse di riferimento all'8,5% e non è escluso che non lo faccio ancora.

E perché si è arrivati a questo punto?

Perché anche per i vedele sanzioni la russa si è dovuta affidare sempre di più alla

moneta cinese, lo Yuan, piuttosto che alle valute occidentali, e l'uso prolifico della

moneta cinese che è una valuta non liberamente convertibile ha reso la politica monetaria

russa sempre più dipendente da Pekino, contribuendo all'inflazione, tanto che per combatterla

ora a Mosca può soltanto aumentare il tasso di interesse.

D'altronde l'Unione Europea ha escluso le banche russe da Swift nei primi mesi dopo

l'invasione, non ha mai preso in considerazione la possibilità di reintegrarle fino a che

qualche giorno fa il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, tentando di salvare

l'accordo, aveva suggerito alla Russia di prorogare l'accordo di alcuni mesi, dando

all'Unione Europea il tempo per ricollegare la banca agricola russa a sistema Swift,

proprio per consentire le trazzazioni di cereali e fertilizzanti, una proposta che evidentemente

è arrivata troppo tardi per Mosca, che però ha bisogno quindi di questo accordo per ricollegare

le sue banche pubbliche a Swift al fine di rimuovere gli ostacoli alle sue transazioni

finanziarie.

Motivo per cui Mosca ha sempre lasciato e lascia ancora una porta aperta a una futura

ripresa dell'accordo qualora le condizioni russe verranno soddisfatte.

Ora però per Mosca è il momento di mostrare i muscoli, di mostrare all'Occidente che ci

sono conseguenze se non ottiene i suoi risultati, ragione per cui ha intensificato gli attacchi

nell'Ukraine meridionale.

Ma c'è di più, perché pochi sanno in realtà che banche uno degli obiettivi conclamati

dell'accordo fosse assicurare l'approvvigionamento di cibo a quei paesi del sudglobale come

Africa e Medio Oriente che più soffrono di insicurezza e di crisi alimentare, ebbene

gran parte del grano ucraino parte dell'accordo che è stato esportato, in realtà si è enderizzato

verso altri paesi più ricchi come la Cina, l'India, la Turchia e l'Italia, anzi addirittura

all'Europa è arrivato una montare di cereali superiore alla media precedente alla guerra,

mentre Chigna più bisogno ha visto ridurre questa quota.

Adesso quindi la Russia è un pretesto in termini di narrazione per non rinnovare l'accordo

sul grano alla vigilia tra l'altro del raccolto estivo ucraino, ovvero dire che perché una

minima percentuale dei cereali arrivate ai paesi più poveri, il significato stesso dell'accordo

è venuto meno.

Questo ovviamente con l'annessa critica all'Occidente volta anche ad aumentare il risentimento

del sud del mondo.

Grazie a Greta Cristini, vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane, nei prossimi mesi,

vedremo quello che accadrà soprattutto al fronte perché noi sappiamo che tutto ciò

che l'Ucraina riesce a ottenere militarmente diventa poi una scusa, un pretesto per la

Russia per mettere in piedi delle ritorzioni.

Peccato che in questo caso a pagare il prezzo di quelle ritorzioni non sia soltanto l'Ucraina

che soffre appunto da più di un anno ma avrebbe da dire il mondo intero e soprattutto quei

paesi che di quel grano letteralmente non possono fare a meno, ne va della vita delle

persone.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento

a domani.

Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti,

musici originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione

Denny Stucchi, una produzione One Podcast.

Dream in Dream per One Podcast.

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Ad alimentare negli ultimi giorni tensione tra le cancellerie europee, ma anche la presidenza degli Stati Uniti e se vogliamo dirla tutta, l'intero pianeta, c’è l’accordo sul grano che l’anno scorso la Russia aveva firmato, per permettere all’Ucraina di esportare il grano, appunto, ai paesi africani e non solo e che oggi ha scelto di non rinnovare. In ballo c’è tanto, tantissimo. Il Black Sea Grain Initiative è letteralmente di vitale importanza. Ma perché? Ne parlo con Greta Cristini.

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