Ma perché?: 157 | Ma perché si sciopera a Hollywood?

Radio Deejay Radio Deejay 7/29/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

Quando pensiamo ad uno sciopero, ci vengono in mente treni in ritardo, aeriche non partono,

spazzatura che si accumula nelle nostre città, tassisti che urlano… insomma, cosa voglio

dire con questo?

Che ad una parola il nostro cervello ne associa un'altra, perché è abituato a fare così,

è un riflesso condizionato.

Anche questo, in qualche modo, se vogliamo, è alla lontana, però un pregiudizio.

Siamo portati a pensare che a scioperare siano sempre gli stessi.

Dall'altra parte del mondo, invece, dal 2 maggio gli sceneggiatori di Hollywood hanno

indetto uno sciopero a oltranza e dal 13 luglio si sono uniti anche gli attori.

Ma perché?

Io sono Marco Maisano e ogni giorno, assia macchina e sapi di me, provo a ripartire delle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Ecco un altro pregiudizio, tutti gli attori di Hollywood sono ricchi.

Ora, premesso anche qui che non si sciopera solo per chiedere più soldi, ok, è quello

che succede la maggior parte delle volte, ma si può interrompere il lavoro anche per

chiedere che ne so, maggiori diritti o, come in questo caso, qualcosa tipo non ci faremo

sostituire dall'intelligenza artificiale, tra poco lo vedremo.

Insomma, si sciopera anche per chiedere e maggiori garanzie.

E dunque, lo dicevo prima, dal 2 maggio la Writer Guild of America, cioè la sigla che

tutela gli sceneggiatori, ha indetto uno sciopero, a cui poco più di un mese dopo si sono aggiunti

anche gli attori.

Chi sono questi attori?

Tra questi ci sono sicuramente i super ricchi, no, come Maryl Streep, Jennifer Lawrence,

Shavlister on, George Clooney e diversi altri, ma occhio a lavorare a Hollywood ci sono migliaia

di altri attori che rappresentano peraltro la maggioranza e che non hanno una villa

sul lago di Como.

Piccole parti in piccoli film o addirittura semplici con parze.

Persone che lavorano fanno gli attori e le attrici e oggi chiedono maggiori tutele.

Insomma, tutto giusto.

Hollywood è in sciopero.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Eva Carducci, giornalista Freelance.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

L'utilizzo dell'intelligenza artificiale, allora in primo luogo gli sceneggiatori sono

comunque alla base dell'industria cinematografica sia della serialità televisiva che quella

delle produzioni proprio dei film, perché è attraverso le sceneggiature che nascono

entrambe le opere, però questo sembrano in importare agli studios e il punto in comune

che hanno gli attori e gli sceneggiatori è sicuramente l'utilizzo dell'intelligenza

artificiale.

Per quanto riguarda gli attori questo è un punto fondamentale perché non c'è una

regolamentazione in atto a livello estadunitense in particolar modo, per cui se un attore

viene ingaggiato per un solo giorno di riprese ad esempio, il suo volto poi digitalizzato

può essere usato all'infinito senza che lui percepisca una rimunerazione per questo.

È il caso ad esempio di Harrison Ford che comunque ha un accordo molto diverso con

la Lucasfilm, però nell'ultimo film la sua immagine stata ringiovanita e stata presa comunque

da film che aveva già fatto della Lucasfilm e un attore ha prestato il corpo per incollare

digitalmente la faccia di Harrison Ford, ma non tutti gli attori di Hollywood sono Harrison

Ford.

Infatti anche le grandi star stanno superando per entrare in supporto dell'altro 90% di

attori che non percepisce degli stipendi astronomici come possiamo immaginare quando

pensiamo ad Hollywood.

Un altro punto importante dell'accordo che stanno cercando di raggiungere è quello

per l'incremento dei diritti residuali, che cosa vuol dire, che sono l'eroi al Tee.

Praticamente ogni volta che un film o una serie viene passata in TV gli attori percepiscono

una quota da questo passaggio, cosa che non si può quantificare invece con le piattaforme

di streaming.

Questo è sempre stato un problema, ma con l'aumento delle piattaforme e comunque delle distribuzioni

attraverso lo streaming è diventato un punto fondamentale su cui stanno cercando di arrivare

a delle trattative, insomma a raggiungere un accordo con Netflix, Amazon Prime, ad esempio

il Disney Plus, ma a cercare una regola che valga per tutti.

Che cosa comporta però questo sciopero?

Comporta due effetti, una breve termine e una lungo termine.

A breve termine molte delle produzioni già dallo sciopero delle sceneggiatori, che parliamo

di serie come Stranger Things, The Last of Us, diciamo quelle più attese, The Mandalorian,

Under, sono state sospese proprio perché non si può andare avanti e quindi in patte

economicamente le persone che lavorano sul set, quindi pensiamo dal runner fino all'operatore

di macchina da presa, direttori della fotografia, solo per citarne alcuni e a lungo termine l'effetto

sarà quello che abbiamo già visto con la pandemia, cioè molti film serie sono state

già posticipate quindi ci saranno dei cap dei buchi negli anni futuri in cui i film non

usciranno in sala o non verranno appunto distribuiti in streaming.

Un altro effetto è quello che riguarda a breve termine i festival autunnali, sappiamo

che la mostra cinematografica d'arte internazionale di Venezia è la più famosa al mondo, la

soltantissima edizione era stata annunciata come il film d'apertura, il film di Luca

Guadagnino, Challengers e recentemente hanno dovuto e questo è già un signale molto forte

di quello che sta accadendo, hanno dovuto ritrattare e cambiare il film d'apertura proprio

perché non potranno partecipare gli attori, cosa vuol dire che Zendaya non poteva fare

Red Carpet che è la protagonista del film e un film si vende anche da questo punto

di vista attraverso la promozione che possono fare gli attori.

Ovviamente questo non riguarda in primo luogo i registi ma il distribuatore ha deciso di

possere cipare l'uscita ad aprile proprio per cercare di garantire una promozione adecuata

al film e questo è l'effetto più importante anche perché gli attori non possono partecipare

Red Carpet, non possono promuovere i film che hanno già realizzato né possono andare

sul set e crearne di nuovi e lavorare su nuove produzioni e quindi Hollywood è install

e siamo install anche noi, non ci resta che aspettare vedere che cosa succederà.

Grazie a Eva Carducci e dunque va beh se non riusciremo a vedere come speravamo di fare

tutti quei film quelle serie che attendevamo in autunno e ce ne faremo sicuramente una ragione

voglio dire è tutto quanto saturo ci sono migliaia di cose che non abbiamo visto e che possiamo

recuperare oppure ci sono no quelli che oggi chiamiamo rewatch cioè mi vado a vedere le serie

che mi sono particolarmente piaciute o i film che mi sono particolarmente piaciuti e che ho visto

tanto tempo fa e forse questo sciopero ci permetterà in un qualche modo di rivederli.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi vi auguro un buon fine settimana

noi ci sentiamo lunedì ciao! Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maisano

riprese e montaggio Giulio Rondolotti musiche originali Matteo Cassi

supervisione tecnica Gabriele Rosi responsabile di produzione Denny Stucchi una produzione one podcast

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Operazione Midnight Climax il bordello psichedelico della CIA lo puoi ascoltare

sull'app di one podcast e su tutte le principali piattaforme una produzione dream and dream per one podcast

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Noi, tutti, quando pensiamo ad uno sciopero immaginiamo treni in ritardo, aerei che non partono, spazzatura che si accumula nelle nostre città...Ad una parola il nostro cervello ne associa un’altra: perché è abituato a fare così. È un riflesso condizionato. E dunque siamo portati a pensare che a scioperare siano sempre gli stessi. Dall’altra parte del mondo però, dal 2 maggio a scioperare sono gli sceneggiatori di Hollywood, e dal 13 luglio si sono uniti anche gli attori. Ma perché? Ne parlo con Eva Carducci.

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