Ma perché?: 154 | Ma perché le destre in Spagna sono state sconfitte?

Radio Deejay Radio Deejay 7/26/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript

Domenica, 23 luglio, in Spagna si sono svolte le lezioni anticipate per il rinnovamento

delle due camere del Parlamento Senato e Congresso.

Quest'ultimo, composto da 356, ha la funzione di nominare il governo, e che vuol dire che

per farlo serve una maggioranza assoluta, 176 voti.

Questa maggioranza, però, in Spagna non c'è il partito popolare, è partito di centrodestra,

guidato da Alberto Núñez Feicò, è stato il più votato, con il 33,05%.

Il secondo è stato il partito socialista, in antitesi con quello popolare, guidato

da Pedro Sanchez, l'uomo che fino a pochi mesi fa era peraltro il presidente del governo

che, dimettendosi, lo scorso 29 maggio, ha provocato proprio questo ritorno alle urne.

Se giudica il terzo posto, con il 12,4%, Vox, il partito di estrema destra, guidato

da Santiago a Bascal.

Bene, i conti sono presto fatti, il partito popolare, Vox, i due partiti si aguravano di

dare vita a un governo, non raggiungono insieme i 176 sergi necessari per nominare un esecutivo

al Congresso.

Il che va contro ogni pronostico.

I sondaggi infatti vedevano Vox in crescita e tutti, o quasi, si aspettavano le destre

spagnole uscire vincenti da queste lezioni.

Non è successo, ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire dalle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Commentare le elezioni è sempre difficile, se si vuole rimanere laici, diciamo, senza

buttarsi in analisi che il più delle volte lasciano il tempo che trovano.

E figuriamoci quanto è difficile commentare quelle degli altri Paesi, è affascinante però

notare come i sondaggi tengano conto di ciò che le persone rispondono, quando decidono

di accettare di rispondere ai sondaggi.

E il punto è proprio questo.

Andrew Gellman, professore di statistica e scienze politiche della Columbia University

assieme al collega David Rothschild, ha riportato che, durante la campagna elettorale americana

del 2016, si poteva notare come eventi avversi al proprio candidato di riferimento spingesse

appunto quell'elettorato a non partecipare ai sondaggi.

Mi spiego meglio.

Se il tuo candidato preferito sta facendo una buona figura durante la campagna elettorale,

tu sei più disposto a partecipare ai sondaggi e a dire che lo voterai.

Al contrario, se invece il tuo candidato sta collezionando una serie di figuracce, più

difficilmente vorrai dirlo a chi ti intervista.

E perché lo dico?

Perché tutti i sondaggi dicevano che avincere sarebbero state le destre.

Ma la verità è che i sondaggi sbagliano perché le persone mentono e se non mentono

sono influenzate emotivamente, ciò che dico oggi potrebbe non essere più vero domani.

E a quanto pare questo è ciò che è successo in Spagna, i sondaggi non ci hanno azzeccato

e contro la maggior parte delle aspettative le destre non hanno sfondato.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Alfonso Botti, hispanista e professore ordinario di

storia contemporanea presso l'Università di Modena e Reggio Emilia.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

E sulla base di sondaggi che convergevano nell'attribuire la maggior alza assoluta

al partito popolare con Vox quando non ha addirittura al partito popolare da solo.

Ora la prima cosa da rilevare è che i sondaggi hanno sbagliato, e non è la prima volta,

e che gli elettori hanno assoputo distinguere tra i problemi territoriali e il governo dello

Stato.

Insomma la vittoria virtuale ha dovuto fare i conti con il voto reale che ha smentito

non senza sorprendere tutti gli osservatori, sondaggi, previsioni e aspettative di quella

parte politica.

Occorre considerare poi che il governo uscente, il primo di coalizione da ritorno in Spagna

della democrazia, si è mosso bene sul piano economico, facendo uscire il paese dalla crisi

pandemica del coronavirus, varando una riforma del mercato del lavoro, aumentando dell'8%

il salario minimo interprofessionale, facendo crescere il prodotto interno l'ordo, cioè

il pile, oltre il 2% o per il 2023 la crescita nelle previsioni del Banco d'Espagna, mantenendo

sotto controllo l'infrazione e con la previsione di contenere sotto il 2% per l'anno in corso,

diminuendo il numero dei disoccupati.

Si tratta di una performance che ha collocato alla Spagna i primi posti nell'Europa dei

27, e anche se la ricaduta dei dati macroeconomici sulla vita degli spagnoli è risultata tuttita,

resta il dato che quasi 350.000 elettori in più rispetto alle elezioni del 2019 hanno

votato per i due partiti della coalizione di governo, dunque se le destre non hanno sfondato

è perché le sinistre hanno ottenuto e lo hanno fatto perché gli elettori hanno saputo

apprezzare come dato di realtà alla situazione economica del paese.

Un ulteriore causa del mancato successo della destra sa nella sua composizione, la destra

spagnola si compone i due partiti assai diversi tra loro, il partito popolare è una formazione

politica costituzionale ancorata pur con qualche occasionale sbandamento nella famiglia

popolare europea al cui gruppo appartiene nell'euro parlamento di Strasburgo.

Vox è una forza d'estrema destra che ha iniziato ad avere successo sul piano elettorale solo

dopo il referendum indipendentista catalano del 2017, raccogliendo i voti dei nostallici

del franchismo e più in generale del nazionalismo spagnolo, è un partito che ostenta i muscoli

che rispolvere i miti dell'impero spagnolo di un tempo, che si batte per soprime religie

sulla violenza di genere e quella sull'aborto, che nega l'esistenza del mutamento climatico

che stigmatizza come religione, che solle ricondurre secondo la più trita visione compluttista

e conspirativa i problemi del presente alle trame ordite dalle presunte agenzie globaliste,

come se non bastasse un partito che ritiene di detenere il monopolio del patriottismo

bollando i socialisti come traditori della patria e il partito popolare come derecita

cobarde, destrucciabiliacca, facendo della sistematica aggressione verbale verso gli

avversari il proprio modello comunicativo, forse troppo anche per una parte di quell'elettorato

che l'aveva votato e che è tornata a votare per il partito popolare il quale da parte

sua, almeno con il suo leader Alberto Feixò, vive con difficoltà la vicinanza di Vox.

Grazie al professor Alfonso Botti.

Beh, vedremo quindi cosa accadrà in Spagna, secondo molti analisti si potrebbe addirittura

tornare alle urne molto presto perché appunto senza una maggioranza non esiste un governo,

peraltro la Spagna sembra essere un pochino più reticente rispetto a quanto invece non

accadre il nostro paese a coalizioni di larga intesa come diciamo noi, infatti il partito

socialista ha subito chiarito che questa cosa non potrà venire e che quindi nel caso

si tornerà a elezioni di nuovo a fine anno.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento

a domani.

Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti,

musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione

Denny Stucchi, una produzione One Podcast.

Dream in Dream per One Podcast.

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Domenica 23 luglio in Spagna si sono svolte le elezioni anticipate per il rinnovamento delle due camere del parlamento: Senato e Congresso. Quest’ultimo, composto da 350 seggi, ha la funzione di nominare il governo. Il che vuol dire che per farlo serve una maggioranza assoluta: 176 voti. Questa maggioranza in Spagna non c’è. Ma la vera notizia è un'altra: i sondaggi vedevano Vox, partito di estrema destra, in forte crescita e tutti o quasi si aspettavano la coalizione di centro destra uscire vincente dalle elezioni. Non è successo. Ma perché?

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