Ma perché?: 153 | Ma perché le sanzioni alla Russia stanno funzionando?

Radio Deejay Radio Deejay 7/25/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript

Da quando la Russia ha invaso l'Ukraine l'anno scorso, sentiamo ripetere esattamente come

accaduto con il covid, parole diciamo tecniche di cui spesso però ignoriamo il vero significato.

Parole che però tutti noi, appunto, ripetiamo a supporto della nostra tesi e per confutare

quella degli altri. Una di queste parole magiche è sanzioni.

Ecco, partiamo come sempre dalle basi. Cosa sono le sanzioni?

Sono uno strumento di politica estera utile a esercitare pressione economica su un paese o

più paesi che commettono azioni fuori dalla legalità. Come funzionano? Uno Stato o un ente

sovranazionale come ad esempio l'Unione Europea impongono sanzioni che possono prendere varie

forme di vieto o di viaggi, di commercio, embargo di armi, restrizioni sul movimento di

capitali etc etc. Esempio pratico, io Unione Europea con una sanzione posso impedire al paese

sanzionato di commerciare liberamente con gli Stati dell'UE, i quali magari prima delle

sanzioni fornivano beni essenziali allo sviluppo di quello Stato senza appunto dei quali gli

schia di finire nei guai. Quindi tu Stato che commetti un'azione

legale vuoi costruire armi, quindi per continuare con l'esempio tu Stato che commetti un'azione

illegale vuoi costruire armi ma senza alcuni pezzi fondamentali che vengono fabbricati

nell'Unione Europea non riesci più a farlo. Ecco, la Russia, come sappiamo, ha commesso

un'azione illegale, ha invaso un paese sovrano e Stati Uniti, Europa e molti altri paesi hanno

imposto sanzioni a Mosca, sanzioni che oggi cominciano a funzionare davvero. Ma perché?

Io sono Marco Maisano e ogni giorno, assia macchine sapi di me, provo a ripartire delle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?

Nei talkshow italiani si è molto discusso in questo anno di guerra e di sanzioni. Funzionano,

non funzionano. L'opinione pubblica, come sempre, si è spaccata in due e neppure la

politica si è mossa compatta. L'ex presidente del Consiglio Mario Draghi ha molto sostenuto

le sanzioni e ha sempre detto che perché queste funzioni non servirà tempo. Altri invece fin da

subito hanno sostenuto il contrario. Atto Salvini, attuale ministro delle infrastrutture e

dei trasporti ha più volte ripetuto. Le sanzioni invece di punire la Russia stanno punendo gli

italiani. Ora, sia chiaro, può accadere che se un partner strategico che quindi ha forti scambi

commerciali con l'Italia subisce Softbish e delle sanzioni riduce, quegli scambi a rimetterci in parte

siamo anche noi, perché con quel Paese non possiamo lavorarci più. Ci rimettono le aziende,

quindi le famiglie che in quelle aziende lavorano. Ci sono momenti nella storia in cui si decide da

che parte stare e quella decisione a volte non è gratis. A volte ci si sacrifica per qualcosa che

riteniamo essere semplicemente giusta e invadere un Paese sovrano non lo è. Ma il punto però è se

queste sanzioni, quelle imposte da mezzo mondo a Mosca che significano sacrifici per molte aziende

anche italiane, stanno funzionando o meno. Oggi, dopo un anno e cinque mesi dall'inizio del conflitto,

sembra di sì. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è Iacopo Iacoboni, giornalista della

stampa. Questa è la risposta che mi ha mandato. Il vero problema delle sanzioni è che quelle più

efficaci sono state applicate soltanto a dicembre del 2022, quindi con un certo ritardo, quella

sul gas e il tetto al prezzo del petrolio. Queste sanzioni stanno facendo molto male alla

Russia perché stanno producendo il crollo record nella storia della produzione del gas in

Russia, meno 24% rispetto al pre-guerra a maggio. La produzione era 48 miliardi di metri cubi di

quest'anno, appena due anni fa era 63 miliardi di metri cubi. Questo secondo Rostat, il servizio

statistico della Russia. Il surplus di bilancio della Russia è diminuito da 147 miliardi di

dollari che era nel primo semestre del 2022 a 20,2 miliardi nel primo semestre del 2023. È un

calo dell'86% dovuto principalmente alle minori esportazioni di petrolio. Il rublo ha perso il

39% rispetto al dollaro e il 47% rispetto all'euro d'autobre del 2022. Le entrate di bilancio,

le entrate fiscali dal petrolio e dal gas sono diminuite del 47% nel primo semestre del 2023

rispetto al primo semestre del 2022. Poi c'è la sanzione quella diciamo, chiamiamola la sanzione

Mario Draghi, quella sulle riserpe della banca centrale russa. Si stima che circa 318 miliardi

di dollari delle riserve pre-invasione nella banca centrale russa siano state immobilizzate,

rete inutilizzabili a causa delle sanzioni. Naturalmente poi la Russia sta cercando di

adattarsi a questa situazione e in qualche caso ci riesce anche discretamente. Per esempio ha

guadagnato 425 milioni di dollari al giorno dall'esportazione di greggio nonostante le

sanzioni e ci sono già molte prove di violazione del prezzo massimo il tetto di 60 dollari al

barile. L'India soprattutto li sta aiutando perché sta emergendo come il più grande acquirente

di greggio russo, importa circa 2 milioni di barile al giorno quindi insomma forse bisognerebbe

pensare anche di colpire i paesi secondari in appunto il particolar modo l'India. Si stima

che la Russia si sia attrezzata con una serie di navi diciamo così pirata, petroliere, ombra,

una flotta di circa 140 navi. E poi c'è il discorso di oligarchi che diciamo alcuni hanno

perso circa 330 milioni di dollari al giorno nel primo anno della guerra da Abramo e Ciamordashov

allo stesso secino. Ma c'è anche chi ci ha guadagnato come per esempio Vladimir Potanin o anche

Genna di Timchenko o Mikkelsen che hanno ricevuto gli asset delle aziende occidentali che la

Russia sta di fatto nazionalizzando. L'ultimo caso, quello più quasi ridicolo e tragico è prendere

danone Russia e metterla nelle mani del nipote del ceciano Ukadirov. Grazie a Jacopo Iacoboni,

vedremo se le sanzioni appunto continueranno a funzionare quanto queste veramente faranno

piegare puti ne lo costringeranno assieme alla controffensiva ucraina a sederse a un tavolo e a

negoziare seriamente. Di sicuro questa era l'arma che noi avevamo oltre appunto a sostenere

l'Ucraina, arma che è stata testata molte altre volte e in tante occasioni appunto ha dato

i risultati sperati. Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do

appuntamento domani. Ciao! Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maisano? Riprese e montaggio

Giulio Rondolotti, musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi,

responsabile di produzione Denny Stucchi, una produzione One Podcast.

Il bordello psichedelico della CIA lo puoi ascoltare sull'app di One Podcast e su

tutte le principali piattaforme. Una produzione dream and dream per One Podcast.

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Nuova parola 2022/23: sanzioni. Ne parliamo da più di un anno, da quando Europa, Stati Uniti e molti altri paesi le hanno imposte alla Russia, colpevole, questa, di avere invaso l'Ucraina. Su questo strumento di pressione molto è stato detto e come sempre l'opinione pubblica si è spaccata in due: da un lato chi sostiene che le sanzioni facciano più male a noi che alla Russia, dall'altro chi al contrario crede che queste ci metteranno a funzionare, ma che alla fine Putin e l'economia del suo paese cominceranno a cedere. Ovviamente una verità assoluta non esiste, ma dopo un anno e cinque mesi dall'inizio della guerra è possibile dire che sì: le sanzioni alla Russia stanno funzionando. Ma perché? Ne parlo con Jacopo Iacoboni.

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