Ma perché?: 152 | Ma perché l'Arabia Saudita si compra tutto?
Radio Deejay 7/24/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript
Mohamed bin Salman, principi ereditario della rabbia saudita, figlio del re Salman bin
Abdulaziz al Saud, ha cominciato negli ultimi anni un'opera di modernizzazione del suo
paese.
Un esempio fra tanti, oggi e dopo decenni di chiusura, la rabbia saudita ha aperto al
turismo e quindi anche gli occidentali non musulmani possono visitare il paese.
E poi in campo c'è anche un'ampia riforma della famiglia, l'eliminazione di alcuni
hadith, i detti del profeta, i quali sappiamo hanno anche un profondo valore giuridico.
Insomma, il tentativo è quello di rompere e per quanto sia possibile con il wahhabismo
la corrente dell'islam fondamentalista che fino ad ora è stata in vigore nel paese e
che in realtà in parte ancora lo è.
Ci riuscirà difficile fare previsioni, ma a quanto si vede, il principe sta davvero
tentando di dare di sé e del suo paese un'immagine diversa e lo fa anche con lo sport e il particolare
con il calcio.
La rabbia saudita sta comprando calciatori, anzi sta comprando i migliori calciatori sul
mercato.
Ma perché?
Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sa più di me, provo a ripartire
delle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.
Ma perché?
Ora, noi siamo abituati a vedere il calcio come uno sport occidentale e di fatto è così.
Ma negli ultimi anni questo sport è diventato non solo appunto uno sport, ma un grande enorme
business che fa girare miliardi e miliardi di euro, ma anche una vetrina, avere un campionato
forte è porte inevitabilmente prestigio al paese che lo ospita, in ballo e insomma c'è
anche la reputazione.
Il nostro sistema calcistico ha visto perdere negli anni via via la propria credibilità,
scandali, mancanze di idee e poca lungimiranza hanno portato la serie a vivere un periodo
di crisi rispetto a quanto è avvenuto al contrario in Germania e in Inghilterra in
altri paesi.
E proprio l'Inghilterra ad esempio ha attratto investitori stranieri che hanno acquistato
intere squadre investendo soldi, tanti soldi, i cosiddetti petrol-dollari, quelli degli
scicchi arabi, quelli per esempio del Qatar o dei demirati arabi uniti.
Oggi però sta accadendo qualcosa che non era prevedibile fino a poco tempo fa.
La rabbia saudita vuole dare vita ad un proprio campionato di calcio e per farlo è disposta
tutto, anche a comprare pagando decine di milioni di euro i giocatori dei campionati europei.
Ma perché?
A rispondere alla domanda di oggi è Riccardo Trevisani, conduttore televisivo e telecronista
sportivo.
Questa è la risposta che mi ha mandato.
La verità è che uno come Marezza può fare il titolare tranquillamente in Premier League
anche nel Manchester City, però va in rabbia.
Firmino potrà trovare altre squadre, però va in rabbia.
Benzema è un mostro assoluto e va in rabbia.
Quindi non dobbiamo meravigliarci se poi vengono a prendere anche Brozovic e gli altri.
Ha nato Coulibaly in rabbia, nel pieno della sua carriera.
La motivazione è certamente economica, i giocatori spesso vengono definiti mercenari,
forse non è proprio così, ma sicuramente c'è un tema di soldi troppo importante.
Se la rabbia ti offre, quello guadagnerà in 5, 6 o 10 anni.
In due stagioni, un professionista che ha una carriera breve e limitata di pochi anni
inevitabilmente viene attratto da quel tipo di sirena, giusto o sbagliato, non sta a
meggio di Carlo, certamente mi preferisco giocatori che non fanno la scelta che ha fatto Coulibaly.
Posso capire benzema a 37 anni, posso capire meno un giocatore che di anni ne ha praticamente
30 e quindi avrebbe ancora 4 o 5 anni di grande calcio europeo per vincere titoli per consacrarsi.
C'è chi attratto principalmente i soldi e questo rende la rabbia appetibile per molti.
Io credo che con tanti soldi che hanno e con l'impegna e la volontà, riuscirà a renderlo
un campionato competitivo, ma questa cosa non succederà prima di due o tre anni perché
ci vuole tempo per riempire le squadre.
Noi vediamo oggi le didamiche dal lamento di benzema che non riesce a far capire ai compagni
dove vuole il pallone, noi vediamo delle situazioni ancora glotesche, vediamo difficoltà nel
tesseramento di Brozovic, vediamo cose veramente che sembra l'ora del dilettante.
Però i soldi e le opportunità non saranno solo per i calciatori, saranno anche per i
manager, per gli organizzatori, quindi tutto verrà portato ad altissimo livello e quindi
il campionato arabo diventerà certamente non la Premier League, magari neanche la
League alla Serie A, ma diventerà un campionato di primissimo livello nel prossimo futuro.
Come un contrastarlo credo non ci sia soluzione perché hanno troppi più soldi di tutta Europa
tranne che della Premier League, ma hanno più soldi anche della Premier League volendo e
quindi diventerà dalla natura dei giocatori, dalla volontà dei giocatori quello che sarà
l'esito futuro, se tutti si faranno attarare dai soldi e il campionato diventerà ancora
più interessante questa epidemia di giocatori che se ne vanno è destinata a non fermarsi.
La bravura di chi non ha i soldi come può essere il nostro campionato è quella di metterci
dentro le idee.
Abbiamo raggiunto tre finali europee in questa stagione, abbiamo dimostrato che anche vendendo
le squadre possono essere fatte bene come l'interferia del finale di Champions League, come il Milan
che ha perso i giocatori importanti negli anni non facendo si ricattare dai procuratori
ma comunque vinto il campionato e ha fatto il semifinalo di Champions, quindi le idee
sono più importanti dei soldi.
Se basterà tutto questo lo scopriremo solo nei prossimi anni però certamente la rabbia
fa paura.
Grazie a Riccardo Trevisani, quindi come abbiamo sentito la rabbia saudita tenterà di dare
vita a questo super campionato composto dai migliori giocatori che ci sono sul mercato.
Bisogna dire che in realtà questa cosa hanno provato a farla anche altri paesi e lo ricorda
per esempio in un articolo comparto sul correre della sera Carlo Spasserini che dice non è
detto che poi veramente questo campionato saudita parta, perché fa un esempio Pele
a 35 anni andò a giocare negli Stati Uniti ma il calcio americano poi non è davvero partito,
la stessa cosa in parte succesa anche in Cina ma come sappiamo quella bolla ha cominciata
a 7-8 anni fa e poi esplosa il campionato cinese non è mai davvero partito.
Staremo a vedere se la stessa cosa accadrà in rabbia saudita e c'è in parte da sperarlo
perché i giocatori vengono accusati di essere mercenari forse è vero, forse è no, ma insomma
di sicuro i soldi contano e come, speriamo che non continuo così tanto in futuro altrimenti
quelli bravi, rischiamo di non vederli più.
Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento
a domani.
Ciao!
Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti,
musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione
Danny Stucchi, una produzione One Podcast.
Ad un esperimento che ha dell'incredibile.
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Mohammed Bin Salman, principe ereditario dell’Arabia Saudita, ha cominciato negli ultimi anni un’opera di modernizzazione del suo paese. Un esempio fra tanti: oggi, dopo decenni di chiusura, l'Arabia Saudita ha aperto al turismo e anche gli occidentali non musulmani possono visitare il paese. Il tentativo è quello di rompere, per quanto sia possibile, con il wahhabismo, la corrente dell’islam fondamentalista fino ad oggi in vigore nel paese. Ci riuscirà? Difficile fare previsioni, ma a quanto si vede il principe sta davvero tentando di dare di sé e del suo paese un’immagine diversa. E lo fa anche con lo sport e in particolare con il calcio: l'Arabia Saudita sta comprando calciatori, anzi, i migliori calciatori su mercato. Ma perché?
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