Ma perché?: 149 | Ma perché Pornhub è sotto accusa?

Radio Deejay Radio Deejay 7/20/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

Ormai lo sappiamo, ogni giorno navigando su internet lasciamo una marea infinita di

nostri dati nelle mani dei siti che visitiamo, e i dati sono vere e proprie tracce di noi

stessi, dei nostri gusti, delle nostre preferenze e perfino delle nostre opinioni politiche.

Di scandali in passato rispetto a come questi dati sono stati utilizzati, ce ne sono molti.

Cambridge analitica è forse il più famoso, ma di certo non l'unico.

Ma ciò che sappiamo è anche che con i dati si generano soldi, tanti soldi,

soprattutto a chi raccoglie le nostre informazioni e le divende a terzi.

Ora, se c'è un sito internet visitato da miliardi di persone ogni giorno e che di noi

rischia di conoscere letteralmente le parti più intine, quel sito è Pornab.

La piattaforma di video pornografici più famosa al mondo è accusata di raccogliere

illegalmente i nostri dati.

Ma perché?

Io sono Marco Maisano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire delle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Come sempre, un po' di contesto.

Il 29 giugno di quest'anno, un gruppo di attivisti e ricercatori hanno presentato in Italia un

reclamo formale contro Pornab.

L'accusa è grave e molto chiara.

Il sito non rispetterebbe, secondo gli attivisti, le norme europee sulla gestione dei dati

degli utenti.

Il collettivo che ha dato vita alle accuse si chiama Stop Data Porn e a guidarne l'azione

legale in Italia è Alessandro Polidoro.

Una battaglia questa che potremmo definire proiettata nel futuro, perché ancora oggi

le persone non conoscono veramente il problema, quello della gestione dei dati e non percepiscono

fino in fondo la pericolosità di certe attività.

Ci vorrà ancora tempo perché tutti noi consideriamo finalmente i dati come un bene vero e vero

e proprio, come un telefono o un computer, ma sono esattamente queste azioni a generare

maggiore consapevolezza.

In Italia è partita un'azione legale contro Pornab, accusata di gestire illegalmente i

dati degli utenti.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Gianluigi Ballarani, imprenditore tech e professore di

Digital Marketing and Crypto Strategies all'Università di Pavia, questa è la risposta che mi ha

mandato.

Ma perché Pornab è stata accusata di raccogliere illegalmente i dati degli utenti?

Per capirlo ci dobbiamo ad entrare in quel mondo intricato e altamente sottovalutato

dei dati e della privazione online.

Non credo ci sia bisogno di presentazioni per Pornab in Omen Omen ed è quel gigante che

ogni mese attira più di 2 miliardi di visitatori con un tempo medio per visita anche abbastanza

alto per la fugacità della rete, che siamo quasi a 10 minuti, quindi una vera eternità.

E tutto questo tempo trascorso sul sito genera una quantità enorme di dati e come ben sappiamo

i dati oggi sono il nuovo oro, perché i datici dicono chi siamo, ci dicono cosa ci piace,

cosa facciamo e tutte queste informazioni sono preziosissime per le aziende che vogliono

vendere prodotti e servizi, che vogliono fare pubblicità e intercettarci.

E recentemente Pornab è finita nel mirino di un gruppo di attivisti e ricercatori che

ha presentato un reclamo in Italia.

L'accusa è quella di gestire illegalmente i dati di milioni di persone violando, quelle

che sono le regole del GDPR europeo, che sono anche molto severe, e regolano come i dati

delle persone possono e devono essere utilizzati.

Il reclamo nello specifico si basa su tre punti principali.

Il primo è che Pornab non permette alle persone di rinunciare facilmente a essere tracciate

dei cookie.

Se avete presente quei banner fastidiosi che appaiono sui siti web ogni volta che gli

apriamo e ti chiedono di accettare i cookie, ecco su Pornab c'è un banner che dice che

il sito utilizza i cookie, ma non offre un modo per impedire ai cookie di tracciare l'utente.

Il secondo punto dell'accusa a Pornab riguarda invece la mancanza di trasparenza.

In parole povere il sito non ci dice chiaramente con chi condivide nostri dati e questi potrebbero

finire nelle mani di altre aziende legate a Mangheek che è la società madre di Pornab

senza che noi ne siamo a conoscenza.

Infine il terzo punto riguarda il modo in cui Pornab usa i dati raccolti.

Il sito infatti assegna alle persone delle preferenze sessuale in base a video che guardano

senza che queste però ne siano a conoscenza.

Questa è una pratica comune a tutti i siti di video come anche YouTube.

Il punto è che in questo modo si viene a creare una sorta di cronologia delle nostre preferenze

anche quando non siamo connessi al sito web e non abbiamo fatto l'accesso ma viene salvata

sul nostro dispositivo locale come se fosse una cronologia nascosta.

Ma allora come possiamo proteggerci da questa rubberia di dati?

Da questa data exploitation ci sono diversi modi.

Il più semplice alla porta dei tutti è utilizzare delle applicazioni che permettono di schermare

i propri dati, esistono dei veri e propri browser alternativi come Brave basato su Chromium

oppure delle app o delle estensioni come Data Mask di Udi che bloccano automaticamente

i tracker e i cookie di terze parti.

Ricordiamoci che nel web la nostra sicurezza è nelle nostre mani e quindi l'unico modo

è sapere quello che stiamo andando a fare, sapere come le aziende prendono le nostre

dati e trovare degli strumenti che ci possono proteggere.

Grazie a Gianluigi Ballarani, quindi come avete sentito i dati ma lo abbiamo già detto

in altre puntate sono veramente ormai il nuovo petrolio o il nuovo oro se preferite

perché con i dati si generano veramente tanti tanti soldi.

Noi questa percezione ancora non ce l'abbiamo e pensiamo che quando accettiamo l'utilizzo

dei nostri dati sui siti internet, quando clicchiamo sul bottone accetta tutti i cookies

ancora non ci rendiamo conto che stiamo cedendo una parte di noi a quel sito e che con quella

parte di noi c'è chi ci farà i soldi.

C'è da sperare che un giorno tra l'altro con i nostri dati anche noi possiamo farci

soldi visto che sono i nostri dati e che nessuno al momento ce li sta pagando.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento

a domani.

Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maisano?

Riprese e montaggio Giulio Rondolotti, musici originali Matteo Cassi, supervisione tecnica

Gabriele Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi, una produzione One Podcast.

Siamo in piena guerra fredda, il governo americano è disposto a tutto per dibattere

il nemico, dagli esperimenti con il porridge radioattivo, alle ignizioni di plutonio sui

soldati fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile.

Operazione Midnight Climax, il bordello psichedelico della CIA, lo puoi ascoltare sull'app di One

Podcast e su tutte le principali piattaforme, una produzione dream and dream per One Podcast.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Ormai lo sappiamo. Ogni giorno navigando su internet lasciamo una marea infinita di nostri dati nelle mani dei siti che visitiamo. Vere e proprie tracce di noi stessi: dei nostri gusti, delle nostre preferenze e perfino delle nostre opinioni politiche. Più visite un sito ottiene e maggiori saranno i dati che questo raccoglierà. Bene, se esiste un indirizzo online digitato ogni giorno da miliardi di persone nel mondo, quello è Pornhub. Il sito di contenuti per adulti, a quanto pare, è finito sotto accusa proprio per una presunta cattiva gestione dei dati degli utenti. Ma perché? Ne parlo con Gianluigi Ballarani.

See omnystudio.com/listener for privacy information.