Ma perché?: 148 | Ma perché si parla di Golden Power?

Radio Deejay Radio Deejay 7/19/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript

Parola del giorno, sconosciuta ai più, ma di fondamentale importanza.

Golden Power.

In Italia se ne è sentito parlare ai tempi del governo Draghi ma non solo e quindi non

molto tempo fa.

Entrato in vigore nel nostro paese nel 2012, questo potere speciale permette singoli governi

di bloccare un'eventuale scalata, quindi un'acquisizione di un'azienda italiana da

parte di una straniera cinese americana, eccetera, eccetera.

Bene, questa prerogativa dei singoli stati sta diventando sempre di più una necessità

a livello europeo.

In Italia e in Europa si sta tornando a parlare di Golden Power.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, assieme a chi ne sa più di me, provo a ripartire delle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Il Golden Power o Golden Share, come dicevo prima, è uno strumento appunto in mano ai

governi.

Conte, Draghi, Meloni, oggi hanno tutti e tre fatto ricorso a questo potere speciale.

La questione non è banale, l'Europa ha da sempre scelto un approccio bilanciato tra

il libero scambio e il protezionismo.

A Bruxelles infatti preferiscono chiamare il Golden Power autonomia strategica, che

ha appunto un sapore più moderato, che allontana l'attenzione da un esagerato irrigidimento

ai principi di interdipendenza del nostro continente con il resto del mondo.

Capisco che l'argomento non vi faccia emozionare e infatti non troverete molte notizie al riguardo.

Ma queste davvero sono le notizie, proprio quelle che meglio ci permettono di comprendere

la realtà.

In Italia e più in generale in Europa si sta tornando a parlare di Golden Power.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Eduardo Buffoni, direttore delle News di Radio Capital.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

Il Golden Power, tradotto letteralmente potere d'oro, è quel potere che permette agli stati

di impedire che aziende strategiche finiscano in mani straniere.

I singoli paesi lo usano da sempre.

L'ultimo esempio in Italia, un mese fa il governo ha messo un freno alla scalata della

Pirelli, il gigante degli pneumatici, da parte della cinese Sinochem, l'azienda statale chimica

dello Stato cinese.

Il governo italiano ha stabilito che la guida della Pirelli deve restare in mani italiane

e altre limitazioni per i cinesi, ma cosa centano le gomme con la sicurezza nazionale?

Per esempio, la Pirelli monta un sensore che si chiama Cyber che si impianta negli pneumatici

e che è in grado di raccogliere e trasmettere i dati del veicolo a Sistemi Cloud.

Se il sistema finisceля sotto il controllo statale cinese può essere un problema per

la privacy e la sicurezza.

Nei giorni scorsi, questo Golden Power è stato approvato anche a livello europeo.

Questa è la novità.

Sarà la commissione di Bruxelles a valutare se le aziende dell'Unione sono a rischio di

scalata da parte di società extraeuropee a partecipazione statale.

Più quindi che di un Golden Power qui si tratta piuttosto di una Golden Rule, una regola.

E detta in parole semplici la regola è questa.

Poiché le leggi sulla concorrenza in Europa vietano ormai da decenni alle aziende private

di ricevere aiuti statali, questo deve valere anche per chi non è europeo.

Altrimenti, se un fondo sovrano statale arabo o cinese entrasse nel nostro mercato, le nostre

aziende sarebbero penalizzate.

E quindi cosa succede?

Che da oggi, da questi giorni, le società sono obbligate a comunicare alla commissione

di Bruxelles le fusioni o le scalate da parte di aziende extrae finanziate da stati esteri.

Se non lo fanno, arrivano molte fino al 10% del fatturato.

Sarà poi Bruxelles a decidere se quelle scalate possono essere consentite o vanno bloccate.

È ovvio che più che alla società degli Stati Uniti o giapponesi o coreane, questa nuova

Golden Rule ha come obiettivo la Cina.

Perché Pechino, attraverso le sue aziende di Stato, sta comprando interi pezzi di Africa,

di Asia e questo non deve accadere in Europa.

Gli investimenti cinesi sfiorano i 9 miliardi di euro all'anno in Europa e sono concentrati

soprattutto in questo momento sull'automobile elettrica e la produzione di batterie.

L'Europa non può permettersi di cedere alla Cina e allo Stato cinese l'intera filiera

di produzione di un settore così strategico per il futuro.

Sarebbe come mettere nelle mani di Pechino un settore strategico per tutta l'Europa.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento

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Parola del giorno, sconosciuta ai più, ma di fondamentale importanza: golden power. In Italia se ne è sentito parlare ai tempi del governo Draghi, quindi non molto tempo fa. Entrato in vigore nel nostro paese nel 2012, questo potere speciale permette ai singoli governi di bloccare un’eventuale scalata, quindi una acquisizione, di un’azienda italiana da parte di una straniera (cinese, americana etc...). Bene, questa prerogativa dei singoli stati sta divenendo sempre di più uno strumento utile a tutta l'Europa. Ma perché? Ne parlo con Edoardo Buffoni.

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