Ma perché?: 146 | Ma perché serve una legge sull'oblio oncologico?

Radio Deejay Radio Deejay 7/17/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript

Se pensiamo ad una malattia grave che può portare alla morte, ci viene in mente subito

il cancro.

Oggi, per fortuna, in molti casi si riesce a combatterlo, le cure moderne permettono a

tante persone di superare e una patologia che, fino a pochi anni fa, non lasciava scampo.

Molto, moltissimo, chiaramente rimane da fare, però, ecco, di passi in avanti ne sono stati

fatti tanti.

Ora, è normale che, di fronte ad un problema così diffuso, peraltro, in tutto il mondo,

ci si concentri sulle terapie, sulle cure che possano garantire, appunto, a chi si

ammala di guarire.

I passi in avanti, appunto, nelle terapie che sono stati fatti negli ultimi anni, hanno

permesso anche un'ulteriore riflessione, questa volta, su chi è guarito, su chi c'è

la fatta.

Il cancro, infatti, lascia segni non solo fisici e psicologici, ma anche lavorativi e finanziari.

Oggi serve una legge sull'oblioncologico.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, assia macchine sapi di me, provo a ripartire delle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Come sempre, un po' di contesto.

Cos'è il diritto all'oblio?

Capita di sentirne parlare spesso in campo giornalistico?

Vi faccio un esempio.

Una persona al centro di un fatto di cronaca, che viene condannata in via definitiva e che

quindi sconta la sua pena in carcere o fuori, ha il diritto che non venga identificata a

tempo, come dire, indeterminato con il fatto commesso.

E direte voi cosa c'entra l'informazione?

C'entra e come, perché ad esempio se un giornalista scrive un articolo su di una

persona che ha uscita dal carcere e che quindi ha scontato la propria pena e in quell'articolo

il giornalista racconta la nuova vita di quella persona ricordando, però, chi era e cosa

ha fatto in passato, e beh, in quel caso il diritto all'oblio, ovvero appunto alla

cancellazione di quanto ha caduto, non è rispettato.

Perché ciò che ha fatto in passato non è per altro pertinente rispetto alla notizia

attuale, non serve ridirlo insomma.

Le fonti normative che garantiscono questo tipo di riservatezza sono diverse, c'è

il testo unico dei doveri del giornalista, c'è il codice della privacy e ci sono perfino

diverse sentenze della corte di cassazione, la quale più volte ha fatto prevalere il

diritto all'oblio rispetto a quello di cronaca, ristabilendo appunto un adeguato bilanciamento

tra i due.

Ora, voi direte però cosa c'entra il diritto all'oblio con il cancro, c'entra e come,

è il momento che si faccia una legge sul diritto all'oblio oncologico.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Davide Ferraris, psicologo dello sportello psicoconcologico

della lega italiana per la lotta e i tumori, questa è la risposta che mi ha mandato.

Serve una legge sul bioconcologico perché è necessario garantire la tutela dei viti

e della privacy di persone che hanno affrontato una potologia oncologica e che ormai sono considerate

guarite.

Questa legge è fondamentale perché consente alle persone che hanno affrontato il cancro

e sono riuscite a superarlo, di lasciarsi alle spalle la loro esperienza clinica spesso

tortuosa e di poter vivere nel quotidiano senza dover affrontare costantemente tutti

i processi e i ricordi traumatici legati alla malattia oncologica.

Le problematiche che incontrano queste persone sono legate fondamentalmente alla discriminazione

lavorativa perché spesso le persone che hanno avuto una diagnosi di cancro potrebbero essere

discriminate al mondo del lavoro a causa di pregiudizi e di paura associate alla malattia.

La difficoltà di accesso a mutui, alla stipulazione di mutui e a sicurazioni perché alcuni per

esempio sicurazioni potrebbero rifiutare la copertura oppure applicare premi più elevati

a persone che hanno avuto una storia di cancro e lo stigma sociale, ovvero il fatto che la mancanza

di una legge, di una normativa sullo bilioncologico contribuisce a uno stigma sociale nei confronti

delle persone che hanno affrontato un cancro che può creare isolamento, problemi psicologici o di

natura emotiva e ovviamente una diminuzione complessiva della loro qualità della vita.

L'intero del mio sportello psicologico come psicologo nilte avevo seguito un paziente guarito

che mi ha raccontato di essere stato rifiutato per una posizione di lavoro in fase di selezione proprio

perché ha deciso in maniera onesta e spontanea di raccontare di essere sopravvissuto al cancro e di

volere un po' rincominciare di costruire la sua vita grazie a questa esperienza che ha con

difficoltà affrontato. Tuttavia questo tipo di nestà che lui ha avuto nei confronti di questo

selezionatore non è stato dato a comunque un riscontro positivo perché poi hanno deciso di

orientarsi verso altri candidati molto probabilmente perché secondo l'interpretazione del mio

paziente questa sua racconto ha giocato in maniera sfavorevole nel accedere a questa posizione.

Grazie a Davide Ferraris e quindi insomma avete capito una legge sull'oblioncologico serve

e come perché come dire non si capisce tape il motivo per cui una persona che ha superato una

malattia così grave come appunto il cancro debba poi anche scontare la pena quando appunto

guarisce mírico perché l'assicurazione diventa più costosa o a volte non viene

neppure fatta perché un finanziamento non viene concesso e tutta una serie che rendono la vita a una persona

inutilmente più difficile e più difficile e ripetiamolo dopo che la persona è guarita dal cancro.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me oggi e vi do appuntamento a domani. Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maesano riprese e montaggio Giulio Rondolotti musici originali

Matteo Cassi supervisione tecnica Gabriele Rosi responsabile di produzione

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Se pensiamo ad una malattia grave, che può portare alla morte, ci viene subito in mente il cancro. Oggi per fortuna in molti casi si riesce a combattere. Le cure moderne permettono a tante persone di superare una patologia che fino a pochi anni fa non lasciava scampo. Ed è normale che di fronte ad un problema così diffuso in tutto il mondo ci si sia concentrati soprattutto sulle terapie. Oggi però abbiamo cominciato a fare una riflessione anche su chi è guarito, su chi ce l’ha fatta. Il cancro, infatti, lascia segni non solo fisici e psicologici, ma anche lavorativi e finanziari. È venuto il momento di una legge sull’oblio oncologico. Ma perché? Ne parlo con Davide Ferraris.

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