Ma perché?: 126 | Ma perché all'Italia il Mes non piace?

Radio Deejay Radio Deejay 6/23/23 - Episode Page - 10m - PDF Transcript

MESS Una di quelle parole che abbiamo sentito

ripetere centinaia di volte, ma di cui sappiamo e capiamo veramente poco.

Non è colpa nostra, sia chiaro o meglio, un po' sì, perché da una parte l'argomento,

diciamolo, è veramente poco sexy, ma dall'altra chi dovrebbe spiegarci esattamente

cos'è questo mess e tra questi ci mettiamo anche i nostri politici, i giornalisti perché

tutti, ma insomma queste persone non hanno spiegato bene alle persone di cosa si tratta,

ma ne abbiamo sempre sentito parlare. Come spesso accade in Italia il mess è

divisivo, da un lato chi lo vuole e dall'altro chi no. Diciamo che ora in questo periodo

storico, con il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni, siamo nel periodo più no.

L'Italia, stando a quanto dice la Presidente del Consiglio, è contraria non solo a ricorrere

al mess, ma anche a riformarlo con le regole di cui si sta discutendo proprio in questi giorni.

Ma perché? Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sa più di me,

provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?

Dunque partiamo dall'inizio, cos'è il mess? Mess è l'acronimo di meccanismo europeo di

stabilità, detto anche fondo salvastati. È un'organizzazione nata in Europa nel 2011

per sostenere paesi in difficoltà durante il periodo della crisi dell'euro. Quindi il mess,

detto parole povere, è una società pubblica perché i soci sono gli stati membri dell'UE,

con sede in Luxemburgo. E questa società ha lo scopo di gestire il fondo in cui versano la

propria parte i vari paesi, quindi soldi. Accendere a questi fondi è per l'Italia da sempre segno di

debolezza. Grecia, Spagna, Irlanda, giusto per citare alcuni paesi, hanno avuto accesso ai

soldi del mess, ma l'Italia ha sempre negato di averne bisogno. Perché come un'onta,

se accedi al mess sei un paese di serie B. Questo almeno è ciò che crediamo qui da noi.

Si è chiaro, non è vero in assoluto che il nostro paese in passato avrebbe fatto bene

a prendere i soldi del mess, ma non è neanche vero, in assoluto, il contrario. Ma purtroppo,

come più volte ripetiamo anche qui in questo podcast, l'Italia ha male divisioni e dove queste

non ci sono se le inventa. Ma perché oggi siamo qui a riparlarne? Dunque, il mess è in fase,

diciamo così, di rinnovamento dei suoi meccanismi. L'Europa vuole modificare alcune sue regole.

Ad esempio, se in futuro vuoi avere accesso al fondo, il board del mess, cioè il capi,

diciamo, dell'organizzazione, che in questa attuale riforma vedrebbero rafforzato il proprio

potere, può chiedere al paese, potenzialmente quindi anche al nostro, di ristrutturare il proprio

debito, che vuol dire cercare un accordo con i creditori per pagare appunto il debito.

Evidentemente uno scenario di questo tipo farebbe schizzare i tassi dei titoli di stato

dell'Italia, nel caso in cui noi volessimo avere accesso al mess con queste regole,

perché il nostro paese non sarebbe più credibile, non sarebbe più un buon pagatore.

Questa e altre condizioni sono inserite nella riforma del mess, adesso ne parliamo.

Riforma che il 30 giugno l'Italia dovrebbe ratificare e quindi dare l'occhei alle nuove regole,

ma ad oggi Giorgia Meloni non ha nessuna intenzione di farlo. Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è tornato Raffaele Ricciardi,

giornalista di Repubblica della redazione di economia. Questa è la risposta che mi ha mandato.

L'Italia non ratifica il mess perché sul meccanismo europeo di stabilità,

che è noto anche come fondo salvastati, si è giocata nel tempo una partita molto identitaria

per alcuni pezzi della nostra politica. Per spiegare perché il mess è stato visto come fumo

negli occhi da parti della maggioranza bisogna andare alle sue origini. Il mess nasce infatti come

un trattato intergovernativo tra i paesi dell'euro, che ha istituito un fondo comune in Luxemburgo,

un organismo permanente che ha sostituito quello che era il meccanismo europeo di

stabilizzazione finanziaria e il fondo europeo di stabilità finanziaria, che erano stati

introdotto in 2010 per rispondere alle crisi dei debiti sovrani, dei cosiddetti pigs,

la periferia dell'euro. Il mess è raccorto 80 miliardi, l'Italia ne ha versati 14,

mi ha autorizzato a raccoglierne altri 700 sul mercato, sui quali ci sono le garanzie degli

stati che per l'Italia valgono 125 miliardi. Il mess interviene quando un paese in difficoltà

chiede aiuto, serve un voto unanime, una maggioranza dell'85%, nel caso in cui i paesi

membri pensino che si rischia addirittura la stabilità dell'eurozona. Il mess cosa fa,

interviene con dei prestiti oppure acquista i titoli del debito pubblico oppure offre

delle linee di credito precauzionale o va in supporto delle banche nel paese in difficoltà.

Quando aiuta i paesi che sono in difficoltà strutturale, lo fa in cambio di un programma

di riforma, ed è il caso della Grecia, la famosa troika che ha segnato il destino di

Atene per ben tre volte, tra il 2010 e il 2018. Anche Irlanda, Portogallo, Cipro e

la Spagna per quanto riguarda la crisi delle sue banche hanno fatto ricorso al mess.

Nel genero del 2021 i paesi dell'eurozona firmano un'intesa per riformarlo. Ci sono

quattro pilastri dentro questa intesa. Il mess diventa il cosiddetto backstop, ovvero un fondo

di risoluzione unico del sistema bancario, un fondo che va a risolvere le crisi degli

istituti in difficoltà. Poi cambiano i criteri per i prestiti precauzionali, quelli per i

paesi che hanno conti in ordine ma subiscono degli shock temporane. Si introduce una linea

di credito d'emergenza, che vede il mess contrattare in prima fila le condizioni con il paese eventualmente

in difficoltà e cambiano anche le regole per cui si può ristrutturare il debito.

Per fermare questa intesa, i Governi dell'eurozona chiedono il supporto dei propri parlamenti

e quello che è guidato per l'Italia da Giuseppe Conte lo ottiene. Però in quella fase il

Movimento Cinque Stelle registra importanti spaccature al suo interno. Poi arriva Draghi,

la ratifica comunque resta sullo sfondo anche se il governo europeista è ovviamente favorevole,

quando infine sale Giorgia Meloni e si ripensa al mess, tornerò anche alla mente le sue parole

che dal libero dell'opposizione diceva quando guidava Fratelli l'Italia e parlava di un trattato

che non faceva gli interessi dell'Italia e che si sarebbe battuta per non fare mai passare

questa ratifica. C'è da dire per altro che il ministro Giancarlo Giorgetti, il ministro delle

finanze del governo Meloni, rivenica invece una posizione che già aveva con il governo Draghi,

quindi favorevole alla ratifica, ma sta di fatto che comunque non si è bloccato all'impasse.

A fine giugno se ne tornerà a parlare in Parlamento, nel frattempo l'Italia rimasta

l'unico paese a non ratificare le modifiche bloccando tutta l'eurozona. Nel mentre si sono

aperti altri fronti con l'Unione Europea. L'Italia chiede una garanzia comune sui depositi bancari

e però si sente rispondere dall'Europa che non ci sarà finché non sarà attivo anche il mess,

dall'altra parte c'è un ballo tutta la revisione del patto di stabilità, ovvero le regole dei comuni

sui bilanci e c'è anche quella del PNR che l'Italia deve ricontrattare perché non sta

riuscendo a scaricare a terra. Insomma il mess è diventato una sorta di moneta di scambio,

io lo approvo, sblocco il mess per tutta l'eurozona, se in cambio ci fate altre concessioni.

Ora un ampio anali dell'osservatorio sui conti pubblici italiani pochi giorni fa ricorda come la

riforma del mess sia ormai difficile da riaprire ora che è stata ratificata da 19 stati su 20 e

usarlo come moneta di scambio anche un gioco pericoloso che rischia di isolarci. Infine se il

problema è convincere la maggioranza di governo su Gedice e quest'analisi forse se ci sono ancora

delle spunte a un antieuropeiste un compromesso valido può essere quello di ratificarlo impegnandosi

a non usarlo. L'importante comunque è non perder tempo. Grazie a Raffaele Ricciardi,

vedremo se questa volta, ma a te modo di no, si riuscirà a parlare di questo benedetto mess

utilizzando la razionalità senza dover ogni volta rincorrere la propria idea come la si

pensa, qual è la visione dell'Europa e del mondo quando appunto a volte basterebbe un pochino

ragionare a sangue freddo su cose giusto e cose sbagliato. Purtroppo però veramente ormai il mess è

diventato uno di quei temi da campagna elettorale e in fondo la campagna elettorale la prossima non

è così lontana perché come sappiamo nel 2024 si voterà per le lezioni europee.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a domani.

Ciao! Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maesano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti,

musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione

Denny Stucchi, una produzione One Podcast. Stati omiti, anni 50 siamo in piena guerra fredda,

il governo americano è disposto a tutto per dibattere il nemico, dagli esperimenti con il

porridge radioattivo, alle iniezioni di plutonio sui soldati fino ad arrivare ad un esperimento

che ha dell'incredibile. Operazione Midnight Climax, il bordello psichedelico della CIA,

lo puoi ascoltare sull'app di One Podcast e su tutte le principali piattaforme.

Una produzione dream and dream per One Podcast.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Mes è una delle parole più popolari del nostro paese. In determinati periodi della vita politica italiana è stato l'acronimo sulla bocca di tutti. Mes sì, Mes no. Cosa sia esattamente e a cosa serva è un'informazione per pochi, ma come spesso accade i politici hanno reso il tema un contenuto da campagna elettorale, spaccando in due l'opinione pubblica, e nulla importa se alla fine nessuno sa di cosa sta parlando. Oggi il Mes è tornato sulle prime pagine dei giornali: l'Europa sta provando a riformarlo con nuove regole. Regole che però al governo italiano non piacciono per niente. Ma perché?

See omnystudio.com/listener for privacy information.