Ma perché?: 124 | Ma perché adesso Usa e Cina si parlano?

Radio Deejay Radio Deejay 6/21/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

Il ministro degli esteri cinese, Qin Gang, ha dichiarato qualche giorno fa che le relazioni

tra Pekkino e Washington sono al punto più basso dal 1979, come dire, più chiaro di così.

I temi di conflitto sono molti, ma in primo piano ci sono sempre due paesi, Ucraina e

Taiwan. Sul primo gli interessi cinese sono, possiamo dire, relativi. La volontà di Pekkino,

in realtà è quella di comunicare al mondo di essere un paese decisore, importante e se la

Cina decide di stare al fianco, anche se non in maniera del tutto palateale, della Russia,

beh, il mondo allora deve tenerne conto. Su Taiwan invece la posizione è diversa. La Cina

rivendica la sovranità sulla piccola democrazia, considerando soltanto una questione di tempo,

il momento in cui questa, a un certo punto, dovrà rispondere agli ordini di Pekkino.

L'attenzione in questi mesi, devo dire, ha toccato dei picchi veramente importanti e i motivi apparenti

per cui le cose dovrebbero cambiare al momento non ce ne sono, o meglio, non ce n'erano fino a

poco tempo fa, perché nelle ultime settimane gli animi si sono un po' distesi e all'improvviso

stati uniti e Cina hanno ricominciato piano piano a parlarsi. Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me,

provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?

Dunque, simbolo di questo tentativo di avvicinamento tra le due superpotenze è la

visita a Pekkino del segretario di stato americano Anthony Blinken dopo cinque anni dall'ultima

volta. I temi di cui discutere, come abbiamo anche letto in questi giorni, sono molti guerra

in Ucraina, tensioni con Taiwan, l'economia e il clima su nessuno di questi argomenti,

la visione è un'anime ed è anche in parte normale che sia così ma non era più, come dire,

sostenibile ignorarsi. Dei mesi scorsi l'incidente, chiamiamolo così, del pallone spia cinese abbattuto

sui ceri della North Carolina negli Stati Uniti ha veramente scosso gli Stati Uniti. È stato

un evento che, se possibile, ha reso ancora più difficile il dialogo tra Stati Uniti e Cina,

ma adesso eccoci qui. Le acque si sono calmate. Le aspettative non sono alte, ma perfino Biden ha

detto di sperare in un incontro con Xi Jinping nei prossimi mesi. Insomma, improvvisamente Washington

e Pekkino hanno ricominciato a parlarsi. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è il

professor Gianluca Pastori, associato di storia delle relazioni politiche e dell'Università

Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Questa è la risposta che mi ha mandato. Stati Uniti e Cina

si parlano perché hanno capito che non possono continuare a ignorarsi. La situazione che si

recreata, le tensioni che si erano accumulate nel corso degli anni, erano controproducenti per

entrambi. Stiamo parlando di due attori importanti della scena internazionale, due attori il cui

rapporto sarà importante per capire come il mondo si evolverà nei prossimi anni. Al di là

delle loro rivalità, al di là della loro competizione, Stati Uniti e Cina hanno interesse a

promuovere l'esistenza di un sistema internazionale stabile, un sistema internazionale all'interno

del quale i diversi attori si comportino secondo regole e all'interno del quale la

cooperazione continua ad essere qualcosa di importante. Parlarsi è un interesse condiviso

di Washington e Pechino. Al di là della competizione, al di là degli interessi diversi che i due

paesi hanno, sia l'amministrazione americana, sia la leadership cinese, sono consapevoli del

fatto che l'una non può fare a meno dell'altra. Questo non significa che da domani Washington e

Pechino cominceranno ad andare da morire d'accordo. Fra Stati Uniti e Cina, tra gli interessi di

Stati Uniti e Cina esistono delle divergenze, delle divergenze forti e delle divergenze che

difficilmente possono essere composte. D'altro canto, sia Washington che Pechino,

sanno benissimo che queste divergenze non possono e non devono tradursi in una conflittualità

permanente. È una posizione che l'amministrazione Biden aveva espresso fino dai giorni del suo

insediamento. Al momento dell'inaugurazione, stiamo parlando del gennaio 2021, il nuovo

Presidente le ha detto chiaramente, Stati Uniti e Cina hanno tanti motivi per competere,

ma hanno anche tanti motivi per continuare a dialogare. In questi anni abbiamo visto nella

stampa, in televisione, nei media, soprattutto l'aspetto negativo dei rapporti fra Cina e Stati

Uniti. Abbiamo visto le tensioni, ma dietro queste tensioni il dialogo diplomatico è sempre andato

avanti, non si è mai davvero interrotto. Quello che vediamo oggi quindi è un tornare alla luce,

non tanto di qualcosa di nuovo, quanto di qualcosa di vecchio che avevamo sempre visto poco.

Grazie al professor Gianluca Pastori, insomma il tema qui è molto in realtà semplice per quanto a

volte la diplomazia sia veramente complicata. Stati Uniti e Cina sono di fatto le due super

potenze che sarà brutto dirlo, controllano il mondo e sotto di loro una schiera di paesi seguono

ciò che il leader appunto di Washington da un lato e di Pechino dall'altro dicono. E quindi

il primo, paradossalmente, non può fare a meno del secondo. Se l'economia cinese crolla a di sentirne

sono tutti, se la Cina ha delle pretese in geopolitica, evidentemente gli Stati Uniti non

possono fare finta di niente. Quindi a un certo punto questi paesi si dovranno parlare e questa è

veramente una buona notizia, dobbiamo tutti sperare che finalmente il dialogo parta sul serio,

che Biden incontrici Jinping e che da quell'incontro possa nascere finalmente un qualcosa di buono,

una buona notizia per il mondo. Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre

vi do appuntamento a domani. Ciao! Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maesano? Riprese e

montaggio Giulio Rondolotti, musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele

Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi, una produzione One Podcast.

The Great Climax, il bordello psichedelico della CIA, lo puoi ascoltare sull'app di One Podcast e su

tutte le principali piattaforme, una produzione dream and dream per One Podcast.

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Il Ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha dichiarato qualche giorno fa che “le relazioni tra Pechino e Washington sono al "punto più basso" dal 1979". Più chiaro di così. I temi di conflittualità sono molti, ma in primo piano ci sono sempre due paesi: Ucraina e Taiwan. La Cina ha tenuto dall'inizio dell'invasione russa una posizione vaga, ma vicina agli interessi di Mosca e su Taiwan ha invece vere e proprie pretese di controllo. A questo di aggiungono visioni sul futuro del mondo molto diverse da quelle di Washington. Ma questa tensione non poteva durare per sempre. E oggi, nonostante molti nodi non siano ancora stati sciolti, Usa e Cina hanno cominciato di nuovo parlarsi. Ma perché? Ne parlo con il prof. Gianluca Pastori.

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