Ma perché?: 119 | Ma perché il ponte sullo stretto è un problema?

Radio Deejay Radio Deejay 6/15/23 - Episode Page - 10m - PDF Transcript

Silvio Berlusconi è morto tre giorni fa. In questi giorni abbiamo visto e rivisto tutta

la sua vita, almeno quella nota, perché l'exprime erdi vite, come sappiamo, ne ha

vissute diverse. Dunque, a memoria, se c'è una cosa saltata

fuori ad ogni campagna elettorale del centro destra, dove Berlusconi era candidato, questa

era sempre il ponte sullo stretto di Messina, o meglio il ponte che dovrebbe unire l'Italia

alla Sicilia, reggio Calabria a Messina. Un'opera mastodontica che Silvio Berlusconi

però non vedrà mai, un sogno e suo che non è riuscito a realizzare, un miracolo mancato,

ma forse il destino del cavaliere spetterà a tutti noi. Forse nessuno di noi vedrà

mai in piedi quell'opera, che a quanto dicono gli esperti, è quasi impossibile e forse

inutile da realizzare. Ma perché? Io sono Marco Maesano e ogni

giorno, assia macchine sapi di me, provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda

più semplice del mondo. Ma perché?

La storia del ponte sullo stretto è veramente antica. Tralasciando i tentativi, comunque

intrapresi anche dai romani, il sogno di unire Calabria e Sicilia comincia prima dell'unità

d'Italia e prosegue fino ai nostri giorni. Nel 1870 era nata l'idea di fare un allacciamento

pensate sotto marino, tipo la Manica, di 22 chilometri. Il terremoto di Messina del

1908 ha però rapidamente fatto rientrare le ambizioni degli ingegneri dell'epoca.

L'idea torna poi a farsi strada nel 1952 su iniziativa dell'Associazione dei Costruttori

italiani in Aciaio, i quali indicarono un ingegnere americano massimo esperto di mettere

in piedi il progetto, un'opera che in questo caso mastodontica, che si è scontrata con

le condizioni geologiche, le stesse sostanzialmente del terremoto e con la mancanza di una tecnologia

adatta ad un'opera di questo tipo, almeno all'epoca. Nel 1968 lo Stato conferisce locate

a Anas alle ferrovia dello Stato e al CNR, l'incarico di acquisire ulteriori elementi di giudizio e di giudizio

circa la fattibilità dell'impresa e nel 1969 il ministero dei lavori pubblici apre un concorso

internazionale di idee e le idee arrivano e imparte i soldi, ma il ponte rimane ancora una volta

un sogno irrealizzabile. Negli anni 70 e 80 ci riprovano tutti, governo colombo, consiga, craxi,

governo andreotti, cambiano le idee, i progetti, i numeri di piloni, i soldi, quelli mai mancati

a dire il vero, ma niente, il ponte non parte. Arriva poi Berlusconi, che nel 2001 promette

di realizzare l'opera, arrivano i progetti nuovi, appunto nuovi piloni, ma gli anni passano

e si arriva al terzo governo Berlusconi, nel 2005 e il 4 novembre di quell'anno, la direzione

investigativa antimafia abberte il Parlamento, occhio che a essersi interessato della costruzione

dell'opera c'è anche cosa nostra. Nel 2008 torna Berlusconi che ci riprova e questa volta sembra

fatta. I lavori cominciano nel 2009 o meglio cominciano i preparativi, qualcosa viene anche fatto,

qualche opera diciamo così propedautica, ma nel 2011 arriva Monti, tempo di austerity e di nuovo

salta tutto. L'opera non si fa. Il governo Monti, nella cosiddetta legge di stabilità,

stanziò addirittura 300 milioni per il pagamento delle penali per la mancata realizzazione del

progetto, proprio come a dire non si deve fare. Nel 2016 poi arriva Renzi e ci ricrede, annunciando,

100.000 posti di lavoro, ma la storia è nota. Nel frattempo arriva anche Conte, che dice valuto

senza pregiudizi, come tutto ciò che dice di valutare lui, poi arriva Draghi che per buon

gusto sta muto e oggi meloni. Eccoci, Matteo Salvini, Ministro dell'infrastrutture e dei

trasporti, promette. I lavori partiranno entro il 2024. Noi, come dire, non abbiamo motivo di non

credergli, almeno non meno di quanto non abbiamo fatto con gli altri, ma a occhio costruire il

ponte sullo stretto di Messina sembra davvero impossibile, o quantomeno molto difficile. Ma

perché? A rispondere alla domanda di oggi è Claudio Virno, economista, esperto di investimenti

pubblici e collaboratore della voce.info. Questa è la risposta che mi ha mandato.

Rellattivamente al progetto di ponte sullo stretto di Messina, ci sono tre problemati che

risolte da decenni e non facilmente risolvibili. Vi è innanzitutto un problema di fattibilità

tecnica ben noto per un ponte campata unica che di oltre tre chilometri è quindi il più lungo

del mondo. Vi sono innovazioni tecnologiche da portare, vi sono problematiche da affrontare per

la prima volta e la possibilità di un fallimento tecnico del progetto. Vi sono poi ben note problematiche

di secondo genere sismiche ambientali che sono state già descrite abundantemente e hanno portato

a una vociatura del progetto definitivo da parte del Ministero dell'Ambiente a suo tempo.

Ciò comporta poi evidentemente danni all'infrastruttura, una volta realizzata,

che danni che si traducono in maggiori costi non prevedibili, che possono ovviamente essere

anche di entità molto levata, ma il vero problema è rappresentato da problematiche

economiche e trasportistiche su cui il decisore pubblico non presta sufficiente attenzione.

Si tratta della carenza di domanda di trasporto per passageri e merci che è stata osservata

da studi indipendenti, cioè fatti al di fuori degli enti realizzatori, potenziali realizzatori

del progetto. Questi studi si dimostra che i costi sono maggiori dei benefici e peraltro anche in

previsione la domanda non è destinata a aumenti tali da comportare un bilanciamento con i costi

che sono comunque molto elevati, si parla oggi di 15 miliardi di euro.

Questo aspetto è sottovalutato ma è l'aspetto fondamentale perché il decisore e i consulenti

del decisore pubblico si basano sull'idea illusoria che la singola infrastruttura rappresenta

un volano per lo sviluppo e contribuisca ad aumentare la domanda. Tutto ciò si è rivelato

falso nel caso di altre infrastrutture e inoltre una singola infrastruttura di trasporto non

può essere sufficiente a innescare una crescita nell'area proprio in considerazione anche del

fatto che non vi sono altre efficienti infrastrutture tipo autostrare e ferrovie nella zona.

Quindi è sostanzialmente impraticabile il progetto da questo punto di vista. L'analisi

economica non viene fatta o viene fatta in maniera molto parziale dicendo che non è importante

perché lo sviluppo vi sarà comunque e questo è falso. Il progetto in realtà viene realizzato come

un simbolo da parte del decisore pubblico però non è sostenibile dal punto di vista

economico e quindi il problema è sostanzialmente questo. Grazie a Professor Claudio Virno devo

dire anche nella voce del professore c'era come dire una certa emozione quando ci ha parlato

del ponte sullo stretto perché probabilmente ci ha passato gran parte della sua vita a studiare

queste cose e chissà forse anche la nostalgia è presa a lui e il dover ammettere che in fondo poi

quell'opera probabilmente non si potrà realizzare. Ora io non voglio sembrare il gufo della mala

sorte però oggettivamente ci ha provato veramente in tanti e questa e quest'opera poi di fatto non

è mai partita. Sicuramente il nostro sistema come viene chiamato il sistema Italia non ha

aiutato la burocrazia tutto quello che vogliamo ma di fatto quest'opera è davvero difficile da

realizzare. Peraltro piccola nota polemica non lo faccio mai ma questa volta mi sento di farlo

i terremotati di Messina del 1908 molti di quei terremotati vivono ancora nelle baracche

la baraccopoli di Messina è una delle più grandi d'Italia ma noi pensiamo a costruire il ponte.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a domani. Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti,

musici originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione

Denny Stucchi, una produzione One Podcast. Stati omiti, anni 50 siamo in piena guerra fredda,

il governo americano è disposto a tutto per dibattere il nemico dagli esperimenti con il

porridge radioattivo alle iniezioni di plutonio sui soldati fino ad arrivare ad un esperimento

che ha dell'incredibile. Operazione Midnight Climax, il bordello psichedelico della CIA,

lo puoi ascoltare sull'app di One Podcast e su tutte le principali piattaforme. Una

produzione dream and dream per One Podcast.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Decine di governi hanno tentato quello che a tutti alla fine è sembrato impossibile: costruire il ponte sullo stretto di Messina. Un sogno, quello di unire l'Italia alla Sicilia che è già nella mente degli antichi romani. Ma senza andare troppo indietro nel tempo, i governi del '900 a più riprese hanno provato a mettere in piedi l'opera. Berlusconi compreso. Oggi Matteo Salvini, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, annuncia che entro il 2024 i lavori cominceranno. Anche se a quanto pare costruire un ponte da Messina a Reggio Calabria è più difficile di quanto si possa pensare. Ma perché? Ne parlo con Claudio Virno.

See omnystudio.com/listener for privacy information.