Ma perché?: 118 | Ma perché questa controffensiva in Ucraina è così importante?

Radio Deejay Radio Deejay 6/14/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript

La controffensiva Ukraine è cominciata o forse no? O meglio, forse non è ancora

cominciata quella che tutti ci aspettiamo che sia un'operazione militare su larga

scala che spinga indietro i russi oltre i confini di Kiev, anche se, a dire il vero,

qualcosa si muove. Le notizie non sono tutte confermate, non in maniera indipendente, ma

si può certamente dire che diversi villaggi nella regione di Zaporizia sono stati di

conquistati dall'Ucraina e, ugualmente, si può dire che qualcosa si muove anche a

Bakhmut, città divenuta simbolo di questo conflitto. Ora, gli analisti sostengono che

le manovre di queste ore, da parte dell'esercito di Kiev, servano per prendere contatto con

il nemico per testarne la capacità di reazione in attesa di una vera e propria prova di sfondamento.

La famosa breccia, che permette poi alle truppe di Zelensky di andare in profondità.

Ecco, proprio il presidente ucraino, a più riprese, ha messo in questi giorni che le

operazioni sono ufficialmente cominciate. Lui, più di chiunque altro, sa bene che questa potrebbe

essere la sua ultima chance, sa bene che questa controffensiva è la più importante di tutte. Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sa più di me,

provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?

Quest'inverno abbiamo visto a più riprese Zelensky chiedere con grande insistenza

mezzi militari all'Occidente. E l'Occidente, bisogna dire, ha risposto. I carri armati

leopard di fabbricazione tedesca, i preziosi, anzi preziosissimi lanciarazi e-marts americani,

anche noi italiani, i fuoristrada lince e altri mezzi, e poi la Francia, la Danimarca,

l'Olanda, la Polonia e tanti altri paesi hanno mandato mezzi militari a Kiev.

Su una cosa, però, l'alleanza non ha ceduto. I jet, questi, i famosi F-16, non sono stati

consegnati all'Ukraine, anche se gli recente sembra essersi aperto uno spiraglio, ma è troppo tardi.

Troppo tardi rispetto a cosa? Alla controffensiva, appena iniziata. L'Ukraine ha uno svantaggio

non indifferente rispetto alla Russia. Il controllo del cielo e il sostegno, che proprio dei

czeri dovrebbe arrivare alle truppe di terra, non arriva, perché quei jet, chi e venogli ha.

La Russia, invece, come sappiamo, ha in questa fase, appunto, una superiorità aerea,

anche se non del tutto, perché le sanzioni un pochino mordono, non quanto vorremmo forse,

ma comunque mordono, perché i pezzi di ricambio per sistemare i jet non più funzionanti non ci sono,

e, in effetti, il cielo sopra il Donbass non è pieno di aerei quanto dovrebbe. Ma l'Ukraine,

seppur con qualche deficit, come abbiamo appena detto, compresa in questa fase anche l'inferiorità

numerica, ha deciso che il momento è arrivato. Ora o mai più, sapendo perfettamente che questa

controffensiva è l'operazione più importante di tutte. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi

è Greta Cristini, collaboratrice di Limes e reporter di guerra dall'Ukraine. Questa è la

risposta che mi ha mandato. La controffensiva ukraine è importante perché negli intenti

vorrebbe rispondere a più obiettivi aspettative, tanto ukraine quanto occidentali. Con le

azioni offensive di Kiev verso Sud e l'area di Zaporizia gli Ukraini vorrebbero spezzare il

fronte russo in due, ovvero rompere quel corridoio terrestre che la Russia ha consolidato nei mesi

invernali e che ora collega la Crimea alla Federazione. Bisogna infatti ricordare tra l'altro che,

dopo il tentativo fallito di prendersi la capitale Kiev, instaurando un governo filo russo,

l'obiettivo minimo per il Kremlin e che da un significato a questa invasione è proprio assicurarsi

che il Mardazzov resti totalmente sotto il controllo russo e che Sebastopoli resti allacciata alla

madre patria russa. Per chi è, invece, destabilizzare l'apennizio alla usina, proprio a partire da

una fonderza porigia, è un obiettivo di questa controffensiva, da questa prospettiva più psicologico

e simbolico che territoriale, perché qui non si tratta tanto di occupare militaremente la

Crimea, che è uno scenario al momento piuttosto invierosimile, ma piuttosto mettere in crisi i

russi, ventilando la possibilità che Mosca possa perdere il controllo della penisola e la

recente distruzione della diga di Novakakovka va proprio in questo senso perché taglia i

rifornimenti di acqua dolce che ora non possono più essere incanalati verso Sebastopoli e quindi

per intenderci se i russi non trovano presto un'alternativa la Crimea tornerà secco come prima

dell'invasione. In parallelo poi Kiev, attraverso la sua intelligence militare e gruppi di sabotaggio

come ad esempio i partigiani russi antiputin, sta conducendo in cursione scenografiche nel

territorio russo, ad esempio nell'area di Belgorod e anche qui l'effetto ricercato è psicologico,

ovvero introdurre l'idea che la guerra potrebbe spingersi fin dentro i confini russi e quindi

convince Mosca ad erottare lì parte delle proprie truppe in posizione difensiva distrandole dal

territorio ucraino. Più in generale poi questa controffensiva importante anche soprattutto per via

delle grandi aspettative che l'Occidente vi ha riposto, ha seguito della lunga retorica dei

vertici ucraini che l'hanno invocata per molti mesi e per via dei rifornimenti militari e dell'addestramento

di circa 60.000 militari ucraini che ora sono pronti a combattere secondo gli standard nato e

sono tra l'altro riforniti con veicoli per la fanteria meccanizzata e cadermati occidentali.

Geleski conosce bene la stanchezza verso la causa ucraina che serpeggia un po' tra le opinioni

pubbliche e i decisori politici occidentali, quindi dalla sua prospettiva l'efficacia di

una controffensiva dovrebbe anche rilanciare l'idea che l'ucraina può effettivamente

sconfiggere militarmente e definitivamente la Russia e quindi incoraggiare i governi alleati a

continuare nel foraggiamento dell'arsena lebellico ucraino. D'altra parte invece in alcune frange

dell'establishment americano e non solo la sensazione è che questa controffensiva sia importante proprio

perché rappresenterebbe l'ultima possibilità dell'ucraina per riprendersi qualche pezzo di

territorio prima che gli alleati inizino seriamente a persuadere Kiev a sedersi al tavolo dei negoziati

entro la fine dell'anno. Grazie a Greta Cristini vedremo dove questa controffensiva arriverà.

Zelensky chiaramente ha diciamo il desiderio di respingere l'emico oltre i confini dell'ucraina

come peraltro è giusto che sia visto che il suo paese è stato invaso ma non è detto che ci si

riesca fino in fondo. Gli occidentali, l'alleanza occidentale sa bene che arrivare là dove Zelensky

vorrebbe cioè in Crimea è molto difficile ma probabilmente potrebbe bastare meno per avviare

poi dei negoziati in cui l'ucraina si si troverebbe a stare in una posizione di superiorità e quindi a

negoziare un qualcosa che faccia bene all'ucraina e meno bene ai russi come è giusto che sia.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a domani. Ciao!

Gavriele Rosi responsabile di produzione Denny Stucchi, una produzione One Podcast.

E su tutte le principali piattaforme una produzione Dream and Dream per One Podcast.

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La controffensiva ucraina è cominciata. O forse no. O meglio, forse non è ancora cominciata quella che tutti ci aspettiamo che sia: un’operazione militare su larga scala che spinga indietro i russi oltre i confini di Kiev. Ma qualcosa si muove. Gli analisti sostengono che le manovre di queste ore da parte dell’esercito di Kiev, servano per prendere contatto con il nemico, per testarne la capacità di reazione, in attesa di una vera e propria prova di sfondamento: la famosa breccia che permetta alle truppe di Zelensky di andare in profondità. Ecco, proprio il presidente ucraino sa bene che questa potrebbe essere la sua ultima chance, sa bene che questa controffensiva è la più importante di tutte. Ma perché? Ne parlo con Greta Cristini.

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