Ma perché?: 112 | Ma perché la Wagner lascia Bakhmut?

Radio Deejay Radio Deejay 6/7/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript

La guerra in Ucraina sta purtroppo andando avanti.

Kiev dice di essere pronta a un'importante controffensiva e il tentativo di contenere

gli entusiasmi, devo dire anche le aspettative attorno alla grande battaglia che si appresta

a combattere è decisamente fallito perché, diciamocelo, tutti si aspettano grandi cose

dall'esercito ucraino e il motivo è molto semplice.

L'Occidente ha consegnato gran parte di ciò che aveva promesso in termini di armi e

dunque si si aspetta che a questo punto Kiev dimostri sul campo non solo di poter contenere

il nemico, cioè la Russia, ma di poterlo addirittura farlo indietreggiare.

L'ultima grande vittoria che Mosca ha portato a casa negli ultimi mesi è quella di Bakhmut,

piccola cittadina, lo ricordiamo, ci abitavano circa 70.000 persone oggi e pressoché disabitata

e su questa città la Russia ha puntato il meglio che aveva, ovvero il cosiddetto gruppo

Wagner, guidato come abbiamo detto molte volte anche qui, ma perché da Prigodzin,

lo chef di Putin, come soprannominato in Russia, anche se lui stesso ha detto di non

zaper cucinare.

Proprio lui ha portato a termine la missione, conquistando Bakhmut e da qualche giorno,

almeno il tempo di fermarci un attimo e dire «eh, ce l'abbiamo fatta», sta lasciando

la città, consegnandola all'odiato esercito russo.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, assia macchine sapi di me, provo a ripartire delle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo, ma perché?

Dicevo odiato esercito russo perché Prigodzin da mesi va avanti con accuse rivolte alle

massime cariche russe, invece spesso e volentieri contro Grasimov, il capodistato maggiore delle

forze armate russe e peggio ancora contro Shoigu, il ministro della difesa.

I due infatti vengono spesso accusati da Prigodzin di godersi la vita mentre il popolo russo

che Prigodzin identifica unicamente come i soldati è a morire per loro.

Ci siamo chiesti in passato perché lo chef di Putin continua ad attaccare così direttamente

e duramente le litrusse quali siano i suoi reali piani, chiunque altro al suo posto,

questo si può dire non parlerebbe più da tempo e invece lui è lì, vivo e vegeto,

e ancora una volta ha stupito il mondo.

Dopo aver conquistato Buckmoot, città nella quale sono morti migliaia di suoi soldati,

ha deciso che ha raggiunto il momento di sloggiare, consegnando la città allodiato

esercito russo.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Greta Cristini, collaboratrice di Rimes, reporter

di guerra dall'Ucraina e autrice del libro Geopolitica, Capire il mondo in guerra, edito

da PM.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

La compagnia paramilitare privata capeggiata da Pregozhin abbandona Buckmoot o Archimovsk

nella dizione russa per una serie di ragioni.

Innanzitutto la stanchezza, la fatica dei suoi soldati che combattono in questa cittadina,

medio piccola e nei suoi dintorni da circa nove mesi.

I motivi ufficiali dell'avvicendamento con l'etercito regolare russo infatti sono il

riposo e la requalificazione, ma aggiungiamo noi anche probabili a riposizionamento e l'altra

era calde.

La Wagner d'Altrodè ha alcune delle migliori truppe d'assalto per il lato russo, quindi

Mosca necessita il ridispegamento di questi mercenari nei prossimi fronti, ad esempio nella

parte più meridionale verso Zaporizia, nei pressi della centrale nucleare che i russi

vogliono mantenere loro.

Inoltre dobbiamo comprendere che il segmento di Buckmoot è attualmente il più poroso

dell'intera linea di contatto.

Che cosa significa?

Vuol dire che a differenza della maggior parte del resto del fronte, questo punto non è

stato ancora fortificato contro Ince e con Dante di Drago banalmente perché si continuava

a combattere.

Quindi geograficamente resta un punto caldissimo, ed è tutto probabile che su Buckmoot gli

Ucraini tentino una controffensiva almeno localizzata.

E questo è interessante perché la decisione dei Wagneriti di andarsene apre una fase,

ovvero quella del rimpiazzo con l'edercito regolare che è estremamente complessa.

Dal punto di vista tatti comilitare, il processo di sostituzione di vecchie unità con nuove

è in assoluto uno di più difficili e pericolosi, perché è un'operazione che necessita di

coordinamento, di comunicazione, elementi che non sono affatto scontati, se consideriamo

poi i giochi di poter interni fra l'edercito regolare e la Wagner, e che ovviamente gli

Ucraini potrebbero sfruttare.

Prigosi in tutto questo lo sa bene, quindi prima ha messo la bandierina della Wagner su

Buckmoot, come ha fatto con Mario Pollo, con Severo Donetsk, con Lisiciansko, tutte

battaglie che ci ricordiamo bene e il cui successo è effettivamente attribuibile alla

Wagner.

E adesso vuole in primo luogo far passare l'idea che i regolari arrivano solo a giochi

fatti, ovvero quando Buckmoot è già vinta per lo sforzo della Wagner, e in secondo luogo

se davvero gli Ucraini dovessero riconquistare parte di quel terreno, adesso che ad esempio

possono contare su nuove armi e carri armati di produzione occidentale, Prigosi vuole

a livello propagandistico riservarsi la possibilità di scaricare la responsabilità, proprio su

l'incapacità dell'edercito regolare di mantenere il controllo territoriale su una

vittoria quella di Buckmoot che ormai è diventata il simbolo di questo conflitto.

Grazie a Greta Cristini, vedremo se la ritirata di Prigogin avvantagerà le forze di Kiev.

L'esercito russo in più occasioni si è dimostrato non all'altezza, la maccazza di mezzi moderni

ed efficaci e il morale basso dei soldati hanno spesso portato la Russia a battere

in ritirata o comunque a non spingere quanto invece avrebbe voluto Putin.

La controffensiva è alle porte, staremo a vedere e staremo a vedere anche dove andrà

a finire Prigogin.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi, non vi dimenticate se questo podcast

vi piace di lasciare un voto e come sempre io vi do appuntamento a domani.

Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maesano?

Riprese e montaggio Giulio Rondolotti, musici originali Matteo Cassi, supervisione tecnica

Gabriele Rosi, responsabile di produzione Danny Stucchi, una produzione One Podcast.

Operazione Midnight Climax, il bordello psichedelico della CIA, lo puoi ascoltare

sull'app di One Podcast e su tutte le principali piattaforme, una produzione dream and dream

per One Podcast.

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Prigožin, proprietario del gruppo Wagner, ci ha abituato in questi mesi ai suoi ton duri, che a tratti sono diventati vere e proprie accuse di inefficienza rivolte alla leadership russa. Negli ultimi giorni però ci ha sorpreso ancora una volta. Dopo aver conquistato la città simbolo di questo conflitto, ovvero Bakhmut, ha deciso lasciarla in mano all'odiato esercito russo. Ma perché? Ne parlo con Greta Cristini.

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