Ma perché?: 105 | Ma perché l'Italia non vuole le etichette sui rischi dell'alcool?
Radio Deejay 5/30/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript
Lo ha annunciato il Ministro della Salute irlandese Stephen Donnelly.
Dorem Poi, nel suo paese, agli alcolici verrà posta un'etichetta con avvertenze sanitarie.
Per l'esattezza verrà indicati il contenuto calorico, i grammi di alcol presenti nella
bevanda e, inoltre, l'etichetta farà presenti i rischi per la salute in gravidanza e non
solo, indicherà, per esempio, anche le possibili conseguenze al fegato, nonché i tumori causati
dal consumo di alcol. L'Irlanda è il primo paese al mondo ad agire in questo senso e,
dopo un periodo che durerà circa tre anni, quindi nel 2026, se andremo a comprarci una birra
a Dublino, ci troveremo appiccicata sopra questa etichetta. La Commissione europea ha dato l'ok per
silenzio a senso, come si dice in questi casi, nonostante le proteste di 13 stati membri,
gruppo all'interno del quale è ovviamente presente anche il nostro. L'Italia, per bocca
del governo stesso, non intende mettere alcuna etichetta di avvertenza sanitaria sulle bottiglie
contenenti alcol. Ma perché? Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sa più di me,
provo a ripartire delle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?
Dunque, la questione è strettamente sanitaria. In molti si chiedono, ad esempio,
perché ci sono le etichette sui pacchetti di sigarette ma non sulle bevande alcoliche.
Anche alla pubblicità, se ci pensate, subirà un diverso trattamento. Quella per i tabacchi,
in Italia, è vietata dal 1962, insomma, da un sacco di tempo. La stessa cosa, come sappiamo,
non vale per gli alcolici. La dottoressa Antonella Viola, che ha parlato qui,
ma perché la scorsa settimana, anche se ha parlato di altro, è intervenuta su questo
argomento, dicendo che non esiste una quantità di alcol che non è cancerogena. Cioè,
tecnicamente, anche un bicchiere di vino fa male. Non so, si dice, ma come un bicchiere di vino fa
buon sangue. Ma questa cosa, semplicemente, non è vera e non è che se la dicono i nonni,
la diciamo noi, allora è corretta. Nel sezzo che di fesserie ne abbiamo dette tantissime in
passato, cosa a cui oggi non crediamo più, che ne so. Non fare il bagno durante il ciclo
mestruale o addirittura, prima degli anni 50, si credeva che le sigarette potessero addirittura
fare bene. Venivano consigliate alle donne incinte per combattere lo stress. E già allora,
chi aveva interesse ad evitare una propaganda negativa attorno al consumo di sigaretta,
aveva cominciato subito a dire che, in realtà, la comunità scientifica era divisa, facendo
credere che, come dire, esistesse uno scontro alla pari tra chi sottolineava i rischi delle
sigarette e chi invece ne vedeva soltanto benefici. Anche oggi con l'alcool, se ci pensate,
sta accadendo esattamente la stessa cosa. Le parole della dottoressa viola,
persona capace e competente, vengono smentite da chi quelle competenze non le ha. È il caso
del ministro dell'infrastrutture, Matteo Salvini, che ha attaccato sui social la dottoressa
accusandola addirittura di diffondere fake news. Meraviglioso. In Italia, in questo momento,
la resistenza nei confronti delle etichette sanitarie sulle bevande alcoliche è più forte
che mai. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è Massimiliano Andretta,
giornalista di Piazza Pulita e autore del libro, Diete e Bugie, edito da Paper First.
Questa è la risposta che mi ha mandato. Perché, ufficialmente, secondo il governo italiano e se
ne fa interprete il ministro Lollobrigida, un consumo moderato farebbe bene. Diverso, però,
è il parere della comunità scientifica che non ha molti dubbi, cioè l'alcol è cancerogeno e
non ci sono dosi sicure. Vale per gli uomini, ma vale ancora di più per le donne, a cui un solo
bicchiere divino al giorno farebbe aumentare il rischio di contrarre il cancro al seno del 7%.
Un altro studio anche bello corposo dimostra che il cervello dei consumatori di alcol si
rimpicciolisce di circa l'1%. Insomma, l'unico bicchiere al giorno che toglie il
meredico di torno in realtà è quello pieno d'acqua. Allora, perché il ministro Lollobrigida
difende il calice con le unghie e con i denti? La risposta sta nell'uso strumentale di alcuni
studi. C'è uno per il quale la funzione di una moderata quantità di alcol ridurrebbe il
rischio di infarto e poi c'è quell'altro famosissimo che attribuisce un potere benefico ai
poli fenoli e al resveratrolo presenti nel vino, che sono gli antossidanti e gli antiinfiamatori
naturali comunemente presenti nella frutta. Tanto per capirci, se prendessimo more e rib,
in realtà avremo anche più concentrazione. Quello che però Lollobrigida non ricorda è che
per ingerire una quantità di resveratrolo sufficiente a sortire qualche effetto benefico
dovremmo bere circa 100 litri di vino. Come siamo passati da il vino fa buon sangue a il vino nuoce
gravemente alla salute? La vera risposta a questa inversione di tendenza sta nel flusso di cassa.
Vale a dire che finché l'economia pubblica ne trae giovamento la politica dice che il vino
fa bene. Quando l'economia del sistema paese va indeficita allora si dice che bisogna preservare
la salute del cittadino. Ebbene già nei primi anni 2000 la stima dei costi sociali e sanitari
dell'alcol in Italia era di 47 miliardi di euro. Mentre ora l'introito legato al mercato degli
alcolici in Italia è di circa 15 miliardi, cioè un terzo. Dunque facendo un paio di conti con la
calcolatrice qualsiasi governo invertirebbe la rotta. Se però i conti li facciamo con il numero
di elettori anche la matematica cambia. Tra l'altro in Italia la sanità è in mano alle regioni
ed una buona fetta delle spese sanitarie va proprio ai privati convenzionati che sono elettorato.
Quindi in generale la riduzione del consumo di alcol comporterebbe una diminuzione generale
del flusso finanziario del paese che tecnicamente farebbe scoppiare l'abile più agli imprenditori
che ai consumatori. Dunque politicamente al prossimo giro di consultazioni perderei il posto.
Tra l'altro si tratta pure di una mossa impopolare per cui anche chi non è per forza favorevole a
questo governo tendenzialmente non ha alcun vantaggio a dire voglio vedere le tichette sulle bottiglie.
Grazie a Massimilano Andretta come dire appunto l'avete sentito la questione è solamente sanitaria
e per l'altro nessuno va dicendo smettete di bere anche solo un bicchiere di vino perché
morite questa cosa non la detta nessuno ha la domanda però fatta ad uno specialista ma un
bicchiere di vino fa comunque male la risposta sarà sempre sì anche un solo bicchiere di vino
può far male questo non vuol dire che bisogna smettere di bere il vino ma magari un'etichetta
messa sulla bottiglia che ti avverte che comunque quella quantità di vino è in ogni caso cancerogena
onestamente mi sembra una cosa sana penso che non smetteremo di bere alcol per questo io vi
ringrazio di essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a domani ciao
ma perché è un podcast scritto da me Marco Maisano riprese e montaggio Giulio Rondolotti
musici originali Matteo Cassi supervisione tecnica Gabriele Rosi responsabile di produzione
denny stucchi una produzione one podcast stati uniti anni 50 siamo in piena guerra fredda il
governo americano è disposto a tutto per dibattere il nemico dagli esperimenti con il porridge radio
attivo alle iniezioni di plutonio sui soldati fino ad arrivare ad un esperimento che ha
dell'incredibile operazione midnight climax il bordello psichedelico della cia lo puoi ascoltare
sull'app di one podcast e su tutte le principali piattaforme una produzione dream and dream per
one podcast
Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.
L'Irlanda sarà il primo paese europeo ad apporre un'etichetta sui rischi del consumo di alcool. La Commissione europea ha dato l'ok per silenzio assenso. Un gruppo di paesi, tredici in tutto, tra cui anche l'Italia ha protestato contro la possibilità che la scelta irlandese diventi un nuovo modus operandi in tutto il continente. Nonostante la comunità scientifica sia unita nel sostenere che non esiste una quantità di alcool che non sia cancerogena, il nostro paese, per bocca del governo, non intende mettere alcuna etichetta sulle bevande contenenti alcool. Ma perché? Ne parlo con Massimiliano Andreetta.
See omnystudio.com/listener for privacy information.