Ma perché?: 100 | Ma perché l'Ungheria non è mai d'accordo?
Radio Deejay 5/24/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript
Lungheria è una Repubblica parlamentare, membro della NATO, dell'OxE e dell'Unione
Europea nella quale è entrata il 1 maggio del 2004 e ha inoltre firmato anche l'accordo
di Schengen che come sapete favorisceaves la libera circolazione di milioni di cittadini europei
all'interno del cosiddetto Spazio Schengen, che di fatto copre quasi tutta l'Europa.
Ora, io vi dico queste cose perché Lungheria è veramente un paese particolare. Il suo primo ministro
è il conservatore e nazionalista Viktor Orbán, il quale è spesso al centro di polemica e tra le
altre riguardano i diretti LGBT, in fact non vengono del tutto riconosciuto in Lungheria a differenza
di quanto succede negli altri paesi europei, ma non è solo questo a rendere Lungheria diversa
dagli altri paesi. Infatti Lungheria, nonostante la sua indiscutibile appartenenza all'Unione Europea
e quindi formalmente ai suoi valori e interessi, fa scelte che vanno in senso contrario a quelle promosse
da lui. Ma perché? Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchina sapi di me, provo a
ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?
Dicevo prima i diritti LGBT, ma non solo, appunto Viktor Orbán, da quando è cominciata l'invasione
della Russia in Ukraine, ha sempre mantenuto, come si dice, i piedi in due scarpe, perché la sua
posizione e il suo rapporto con la Russia sono spesso in controtendenza con quelle, appunto,
dell'alleanza occidentale. Esempio, rispetto al mandato di arresto internazionale nei confronti di
Putin scattato non molto tempo fa, Orbán ha detto, noi non lo arresteremmo, come quasi ad offrire
asilo all'ide russo. Oppure sulle sanzioni Lungheria ha sempre messo i bastoni fra le ruote,
rallentando l'implementazione, quindi anche l'efficacia stessa. Anche rispetto all'acquisto di gas,
appunto, dalla Russia, Lungheria non ha rotto le importazioni con Mosca, continuando ad acquistare
quindi a pagare la Russia miliardi di euro per le forniture. La scorsa settimana il Ministro
degli esteri di Budapest ha di fatto bloccato, seppure a parole, il prossimo pacchetto di aiuti
da 500 milioni di euro all'Ukraine. È anche detto, non acconsentiremo a questi aiuti,
fintanto che Kiev non rimoverà la banca ungherese, la più grande banca ungherese OTP dalla
Blacklist, all'interno della quale è stata inserita dal governo ucraino, il quale sostiene
che questa banca sia finanziatrice della guerra. Questi sono solo alcuni esempi per dire che Lungheria,
da sempre e soprattutto nell'ultimo anno, non si sta di fatto comportando come un paese alleato,
come un membro a pieno titolo dell'Unione Europea. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è
Fabio Salamida, giornalista e collaboratore di Wired Italia. Questa è la risposta che mi ha mandato.
Lungheria è storicamente il paese capofila del cosiddetto gruppo di Wichengard, di cui fanno
parte anche Polonia, Repubblica Cecca e Slovakia. È un'alleanza strategica che si basa su una
cooperazione in campo militare, culturale, economico e sulle politiche energetiche. I paesi
del gruppo di Wichengard condividono una visione che su molte questioni si discosta in maniera
siderale da quella degli altri Stati membri, ad esempio sull'immigrazione o sui diritti
dall'abborto a quelli delle famiglie LGBT. La loro idea di Europa prevede una centralità
degli Stati rispetto all'Unione e questo genera continuamente attriti con le istituzioni comunitarie.
Lungheria in particolare ha acquito lo scontro con Bruxelles che ha bloccato l'erogazione
di circa 30 miliardi di euro di fondi destinati alle politiche di coesione, circa 22 miliardi
e mezzo, agli affari interni, 223 milioni, e quelli destinati al piano nazionale di riprese
di resilienza che sono quasi sei miliardi. L'Europa contesta da tempo al Paese governato
da Orban costanti violazioni dello Stato di diritto. Il 15 settembre del 2022 l'Europarlamento
ha adottato una risoluzione che mette nero su bianco l'esistenza di un evidente rischio
di violazione grave da parte dell'Ungheria dei valori di cui si fonda l'Unione. Nel
testo si afferma che la mancanza di un'azione decisa da parte dell'Europa ha contribuito
al crollo della democrazia dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria, trasformando
il Paese in un regime ibrido di autocrazia elettorale. 15 Paesi dell'Unione si sono
poi un uniti in una causa legale contro la legge recentemente approvata dal Parlamento
Ungherese sulla protezione dell'infanzia, una serie di norme che di fatto si fanno
scudo dei bambini per discriminare gli omosessuali e limitare libertà fondamentali. Tra questi
si nota l'assenza dell'Italia, Giaciammeloni non ha mai nascosto la sua vicinanza politica
con il leader Ungherese e sui diritti le posizioni del nostro attuale governo sono molto
in linea con quelle di Budapest. Il governo Ungherese ha anche promosso un disegno di
legge che prevede addirittura la possibilità di segnalare in anonymato le autorità famiglie
omogenitoriali o qualsiasi cosa neghi o alteri il vero significato della famiglia, come definita
nella Costituzione Ungherese, ovvero la cosiddetta famiglia naturale. Sono norme che negano
palesie menti diritti umani e che si alliano a quelle della Russia di Vladimir Putin, con
cui Viktor Norban da circa dieci anni mantiene un'alleanza strategica che non sia incrinata
neanche dopo l'invasione dell'Ucraina. Il recente blocco in sede europea dell'erogazione
dell'ottava tranche di fondi per le armi destinate l'Ucraina, parliamo di circa cinquecento
milioni, può avere quindi una doppia chiave di lettura. Non a parte c'è un evidente
ed ennissimo aiuto in diretto all'alleato invasore, un po' sul solco del nuovo accordo
di fornitura extra di gas naturale da Mosca, si grato lo scorso agosto, altra iniziativa
che si oppone alle politiche energetiche dell'Unione Europea. Dall'altra, un probabile gioco
al Dialzo da parte del governo ungherese che utilizza costantemente il suo diritto di
veto come un'arma di ricatto per incassare deroghe e concessioni.
Grazie a Fabio Salamida. L'ungheria continuerà senza dubbi a comportarsi così, terrestro
a Orban è proprio il concetto stesso di Unione Europea che non piace. È la contraddizione
però a cui sono destinati a incapare tutti i nazionalisti, perché se i tuoi interessi
si concentrano sempre solo all'interno dei tuoi confini, questo finirà per compromettere
l'idea stessa di Unione Europea e soprattutto quelli che consideri oggi alleati, ovvero i
nazionalisti sparsi per l'Europa, domani saranno i tuoi avversari se non addirittura
i tuoi nemici, perché anche loro sono convinti di dover fare solo l'interesse del proprio
paese, anche se questo vuol dire metterla in tasca agli altri. Ma quindi, che senso ha
rimanere dentro ad un patto, ad un'alleanza che non ti convince. Ci faremo sicuramente
un'altra puntata di Ma Perché. Io intanto vi ringrazio per essere rimasti con me anche
oggi e come sempre vi do appuntamento a domani. Ciao!
Stati Uniti, anni 50, siamo in piena guerra fredda. Il governo americano è disposto a
tutto per dibattere il nemico, dagli esperimenti con il porridge radioattivo, alle iniezioni
di plutonio sui soldati, fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile.
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L’Ungheria è una repubblica parlamentare membro della NATO, dell’OCSE e dell’Unione Europea, nella quale è entrata a fare parte il 1° maggio del 2004. Nonostante la sua indiscutibile appartenenza all’UE, e quindi formalmente ai suoi valori e ai suoi interessi, il governo di Budapest fa spesso scelte che vanno in senso contrario a quelle promosse dagli alleati. Ma perché? Ne parlo con Fabio Salamida.
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